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Veleni nell’acqua dei rubinetti a Montoro, il sindaco Carratù ascoltato in Procura

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Foto di repertorio

Veleni nell’acqua dei rubinetti a Montoro, il sindaco Carratù ascoltato in Procura nella mattinata di ieri venerdì 20 dicembre. I carabinieri del Noe di Salerno hanno effettuato un accesso agli uffici comunali di Montoro, in Piazza Michele Pironti, per acquisire documentazione relativa alla bonifica e a tutte le azioni intraprese dal 2014, anno in cui è emersa per la prima volta la problematica del tetracloroetilene. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Veleni nell’acqua a Montoro, sindaco interrogato

L’inchiesta sull’inquinamento da tetracloroetilene ha preso una piega decisiva. Ieri mattina, le autorità inquirenti hanno agito su due fronti. Da un lato, il sindaco di Montoro, Salvatore Carratù, è stato convocato negli uffici di Piazzale De Marsico per essere ascoltato come persona informata sui fatti, dopo che il 15 dicembre scorso si era visto costretto a firmare un’ordinanza di divieto per l’uso alimentare dell’acqua, a seguito dei risultati delle analisi. Dall’altro lato, i carabinieri del Noe di Salerno hanno effettuato un accesso agli uffici comunali di Montoro, in Piazza Michele Pironti, per acquisire documentazione relativa alla bonifica e a tutte le azioni intraprese dal 2014, anno in cui è emersa per la prima volta la problematica del tetracloroetilene.

Le indagini relative all’area e alla contaminazione, che si ripresentano a dieci anni dagli ultimi eventi e a quattro dalla riattivazione del pozzo di Chiusa, sono state delegate dalla Procura, sotto la direzione di Domenico Airoma, ai militari del Nucleo operativo ecologico di Salerno, già coinvolti in precedenti accertamenti nella zona. Attualmente, non ci sono indagati nel fascicolo aperto da tempo dal procuratore Airoma, ma è probabile che ci siano sviluppi a breve. Nel frattempo, nel fascicolo riguardante l’inquinamento da tetracloroetilene è stata inclusa anche l’ordinanza firmata dal sindaco Salvatore Carratù, che vieta l’uso dell’acqua per scopi alimentari su tutto il territorio comunale di Montoro.

Attualmente si sta procedendo per omessa bonifica contro ignoti. Nelle stesse ore, l’Arpac, l’Asl di Avellino e l’Alto Calore hanno effettuato nuove analisi. Il sindaco Carratù (non indagato), dopo essere stato ascoltato per circa mezz’ora in procura, ha dichiarato di attendere «con fiducia i risultati degli ulteriori accertamenti disposti a cinque giorni dalla sospensione dell’erogazione dell’acqua potabile. Queste analisi ci permetteranno di effettuare ulteriori valutazioni».

Sotto esame è finito anche l’impianto a carboni attivi, installato circa quattro anni fa in località Chiusa a Montoro. Questo impianto è progettato per filtrare e decontaminare l’acqua prelevata da una falda acquifera inquinata, rendendola potabile per i cittadini del comune irpino. Su questi aspetti, la procura di Avellino ha mantenuto alta l’attenzione da diversi mesi.

I primi problemi sono emersi già nel 2014, quando per la prima volta è stata trovata nelle acque una sostanza nociva per la salute dei cittadini, ampiamente utilizzata nell’industria conciaria. In parallelo a due inchieste in corso, è stato avviato un lungo processo per identificare i metodi di decontaminazione delle falde acquifere. Inizialmente, è stata necessaria la caratterizzazione dell’inquinante, un procedimento che ha richiesto circa dieci anni. Nel 2015, la Regione Campania ha approvato il piano di caratterizzazione per l’area Solofrano-Montorese, presentato dall’Alto Calore Irpino e definito durante l’ultima conferenza di servizi dello stesso anno. La caratterizzazione degli inquinanti si è conclusa solo il mese scorso, rivelando la necessità di reperire finanziamenti per la decontaminazione della zona. La caratterizzazione ha avuto lo scopo di valutare le condizioni della falda e le strategie per la sua futura messa in sicurezza. Attualmente, le indagini della magistratura mirano a chiarire le cause della nuova emergenza legata al tetracloroetilene. Nel frattempo, l’Alto Calore ha messo a disposizione delle autobotti per rifornire i cittadini delle diverse frazioni con questo bene essenziale durante questi giorni di crisi.

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