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Balocco: “Il pandoro Ferragni costava di più per lo zucchero rosa”

Balocco pandoro Ferragni

Balocco pandoro Ferragni

Dopo il caso del pandoro di Chiara Ferragni, firmato Balocco, l’azienda dolciaria risponde per la prima volta dicendo la sua al riguardo. Il dolce natalizio infatti costava ben 5,69 euro in più rispetto a quello normale. A svelarlo è il Codacons che ora chiede a Balocco di fornire tutti i dettagli.

Balocco: “Il pandoro Ferragni costava di più per lo zucchero rosa”

Il pandoro “Pink Christmas” realizzato da Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni costava di più di quello normale, ben 5,69 euro in più. Il suo costo era “per lo zucchero rosa, per la grafica diversificata e per il nastro di chiusura“. Lo svela il Codacons, che ha ricevuto una lettera proprio dall’azienda che produce il dolce natalizio finito al centro delle indagini. “È incredibile“, commenta in una nota l’associazione dei consumatori che ha avviato una azione inibitoria verso l’azienda dolciaria. Finalizzata a far ottenere a tutti gli acquirenti del pandoro griffato Ferragniil giusto risarcimento per i danni subiti“.

Il Codacons spiega che l’azienda Balocco tramite i suoi legali:

Fa sapere che la differenza di prezzo pari a 5,69 euro esistente tra il pandoro ‘normale’ Balocco (3,68 euro) e quello ‘Pink Christmas’ (9,37 euro) sarebbe giustificata dall’impiego di ‘elementi peculiari’ quali il ‘nastro di chiusura’, il ‘sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza’, nonché una ‘bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro.

Una risposta che, tuttavia, non convince il Codacons. Quest’ultimo infatti chiede alla Balocco “di fornire tutti i dettagli circa i maggiori costi sostenuti per lo zucchero a velo rosa, per la grafica diversificata, per il nastro di chiusura, così da capire se tali elementi possano giustificare un rincaro di prezzo al pubblico del +154%“. La difesa della Balocco prosegue poi, riporta il Codacons:

Contestando la tesi secondo cui i consumatori sarebbero stati condizionati all’acquisto dall’operazione di beneficenza associata al pandoro ‘Pink Christmas’. Secondo la società ‘né sulla confezione, né sul cartiglio, né tantomeno sul materiale espositivo erano presenti indicazioni relative alla destinazione di una percentuale del ricavato (o di un importo fisso) a favore della ricerca terapeutica.

Sempre secondo il Codacons, Balocco ha sostenuto di non dover rimborsare i consumatori perché la campagna “Pink Christmas” “è stata deludente e ha prodotto una perdita in termini di marginalità“. L’associazione di fronte alla replica della società agirà “formalmente verso l’azienda nelle opportune sedi civili e penali per far risarcire tutti gli utenti lesi dagli illeciti emersi“.

Le accuse del Codacons

Balocco avrebbe quindi messo in commercio oltre 360mila pandori ignorando che il cartiglio riportava l’indicazione circa il fatto che la vendita del prodotto avrebbe sostenuto i bambini malati di cancro?“, si domanda il Codacons.

L’Antitrust, nel provvedimento con cui sanziona l’azienda, scrive testualmente: ‘Con riguardo al contenuto del cartiglio apposto sui Pandori griffati (che riportava: ‘Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato 18 permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing’), si evidenzia che in nessuna parte del messaggio è dato rinvenire che il finanziamento si riferisce a una donazione fatta in cifra fissa e mesi prima; al contrario, la formulazione, data anche la sua collocazione sulla confezione del pandoro, lasciava intendere che il reperimento dei fondi per la donazione fosse legato alle vendite del Pandoro griffato’.

A questo punto l’associazioni dei consumatori attacca sostenendo:

Non possiamo poi non chiederci dove fosse la Balocco quando Chiara Ferragni pubblicava storie e contenuti sui propri canali social dove, chiamando in causa l’azienda, legava le vendite del pandoro alla beneficenza verso i bimbi malati di cancro, e perché la Balocco non abbia mai smentito le errate affermazioni dell’influencer, prendendo le distanze da tale pubblicità ingannevole, e infine perché non abbia mai informato i consumatori circa il fatto che la donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino era già avvenuta mesi prima. Ma la vera ‘chicca’ dell’incredibile tesi difensiva della difesa Balocco è l’affermazione secondo cui la campagna natalizia 2022 avviata in collaborazione con Chiara Ferragni ‘è stata deludente e ha prodotto una perdita in termini di marginalità’, motivo per cui nulla è dovuto ai consumatori.

Alla fine il Codacons aggiunge: “Non possiamo che prendere atto della decisione della Balocco di non voler separare le proprie responsabilità da quelle di Chiara Ferragni, e di farsi carico di tutti i comportamenti scorretti emersi nella vicenda del pandoro-gate“.

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