Una bambina di 13 mesi è stata uccisa con l’acqua bollente dal padre. Derek Shockley, condannato due giorni fa a 30 anni di carcere, causò la morte di Germanii Amarii Stewart lasciandola sotto l’acqua bollente che sfiorava i 153° F (67° C) nella sua casa di Jacksonville, nell’Arkansas il 18 dicembre dell’anno scorso.
Quando la polizia arrivò sul posto trovò la piccola era «agonizzante mentre la pelle le si staccava dal corpo», c’è scritto nel rapporto degli agenti.
Bambina uccisa con l’acqua bollente
L’acqua era così bollente che Germanii si “contorceva dal dolore” «le ustioni erano su oltre i due terzi del corpo», ha detto la polizia. Morì di shock settico due giorni dopo Natale, dopo aver trascorso nove giorni all’Okansas Children’s Hospital. Il papà durante l’arresto affermò di aver ripulito Germanii sotto la doccia perché si era sporcata «quando la pelle all’improvviso aveva iniziato a cadere dal corpo».
I fatti
Quando la madre, Lavern Shockley, 39 anni, gli chiese quanto fosse stata calda l’acqua, lui rispose: “non molto”. Gli investigatori hanno scoperto che la temperatura dell’acqua del rubinetto all’epoca dei fatti era di 153 ° F (67 ° C), con l’acqua della doccia che scorreva a 113 ° F (45 ° C).
L’imputato non ha riportato ferite visibili, suggerendo che Shockley aveva lasciato Germanii da sola sotto l’acqua bollente.
Lunedì scorso il 21enne è stato condannato a 30 anni di carcere dopo aver ammesso l’omicidio, secondo The Arkansas Democrat-Gazette. La polizia ha accusato Shockley di omicidio di secondo grado, un crimine di classe A che porta in carcere per un massimo di 30 anni. Per i pubblici ministeri avrebbe meritato una condanna all’ergastolo.