Mezzo miliardo di bambini vive sotto il peso dei conflitti, l’allerta dell’UNICEF: “Stiamo trasmettendo odio e guerra a una generazione”. “Se continuiamo a garantire l’impunità a chi viola il diritto internazionale, stiamo formando una generazione che percepirà la guerra, l’odio e la violenza come normali strumenti di vita”.
Mezzo miliardo di bambini sotto peso dei conflitti, l’allerta dell’Unicef
Attualmente, 500 milioni di bambini nel mondo si trovano in contesti di guerra, di cui 59 milioni in situazioni di conflitto attivo. Questo avviene in luoghi come Gaza, Libano, Ucraina, Sudan, ma anche ad Haiti, in Congo, in Myanmar e in molte altre regioni del pianeta. Una generazione di giovani cresce immersa nella violenza, assistendo impotente a crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale, a partire dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, firmata da tutti i Paesi nel 1989, che oggi è ridotta a un documento senza valore.
“Me lo chiedo ogni mattina”, afferma Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF in Italia, da anni attivo nella difesa dei diritti dei bambini con l’agenzia delle Nazioni Unite. “Dal 1946, questo è stato l’anno più critico per i minori. Stiamo assistendo a un completo fallimento delle leadership globali; le più elementari norme del diritto internazionale umanitario vengono violate quotidianamente, e la guerra è diventata una realtà accettata. Sembra che non comprendiamo le conseguenze che avremo se non interveniamo immediatamente. Il nostro portavoce mondiale, James Spencer, ha evidenziato che, continuando a garantire impunità a chi infrange il diritto internazionale, stiamo formando una generazione che percepirà guerra, odio e violenza come normali. Questo non è più tollerabile. Per evitare che ciò accada, è fondamentale cambiare le attuali classi dirigenti del mondo.”
Il portavoce e il ritorno all’Ucraina
Andrea Iacomini, portavoce dell’UNICEF, ha recentemente fatto ritorno dall’Ucraina. A quasi tre anni dall’inizio dell’invasione russa, il Paese è in una situazione critica, e i minori sono quelli che subiscono le conseguenze più gravi. “Attualmente, ci sono 1 milione e 700 mila bambini privi di acqua potabile e 3 milioni e mezzo senza un’adeguata fornitura elettrica per 18 ore al giorno”, afferma Iacomini. Inoltre, condivide un aneddoto significativo: “I bambini mi hanno mostrato i loro disegni, in cui le impronte delle loro mani rappresentavano i loro sogni, e questi sogni sono identici a quelli dei loro coetanei che ho incontrato nelle scuole di tutta Italia”.
Con una significativa differenza: “Ogni bambino ucraino che ho incontrato ha indicato con un dito che uno dei suoi desideri è poter dormire, senza dover fuggire continuamente nei bunker a causa dei bombardamenti. Se un bambino esprime il desiderio di dormire, significa che noi adulti abbiamo fallito”.
A Gaza, la situazione è ancora più drammatica: secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), dall’inizio del conflitto, oltre 14.500 minori sono stati uccisi, in un massacro che dura da oltre 14 mesi. “Su un totale di oltre 45.000 palestinesi morti dall’inizio della guerra – spiega Andrea Iacomini – il 60% sono donne e bambini”. L’uso della fame come arma di guerra da parte di Israele sta avendo conseguenze devastanti, in particolare sui più giovani. “Nella Striscia, 1,1 milioni di minori hanno un urgente bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere. Soprattutto nel nord, la situazione di malnutrizione acuta è intollerabile”.
Il portavoce di UNICEF Italia sottolinea il terribile attacco di Hamas a Israele avvenuto il 7 ottobre 2023: “Anche in quella circostanza, molti bambini hanno subito traumi profondi: alcuni sono stati uccisi o presi in ostaggio, mentre altri hanno assistito alla morte dei loro genitori”. Non si può trascurare la situazione in Libano: “Attualmente c’è una tregua e speriamo che possa durare, ma lì sono morti 250 bambini e oltre 1.400 sono rimasti feriti”.
La situazione in Sudan
Si deve poi considerare il Sudan. “È la crisi del momento, ma nessuno ne parla”, osserva Iacomini. Nel Paese africano è in corso “un conflitto devastante, l’accesso umanitario è limitato e più della metà dei 24 milioni di bambini vive in condizioni di estrema necessità. Credetemi, rispetto a Gaza, all’Ucraina e al Libano, le conseguenze in Sudan sono le più gravi che abbiamo visto negli ultimi 20 anni a livello globale. Qui, in un Paese di cui si parla raramente, ci troviamo di fronte a una situazione drammatica. Il Sudan rappresenta la madre di tutte le emergenze umanitarie”.
UNICEF: “Stiamo deludendo i nostri bambini”
Secondo le stime dell’UNICEF, nel 2025 ci saranno ulteriori 200 milioni di bambini in 146 Paesi che necessiteranno di aiuti umanitari. “Ogni anno – ammette – mi ritrovo a commentare il messaggio del Papa a Natale. Forse è l’unico grande eroe di questo periodo che ricorda le sofferenze dei bambini. Ogni anno affermo che la situazione è la peggiore, ma mai come quest’anno abbiamo assistito a tanta crudeltà e a così tanti disastri. Di fronte alle parole del Papa, dovremmo riconoscere il nostro fallimento come adulti: non siamo riusciti a fermare tutto questo”.