In Emilia-Romagna, genitori di bambini costretti a trapianti fuori regione stanno lottando per ottenere il rimborso delle spese extra-sanitarie. Claudia e Christian, genitori del piccolo Brando, hanno speso quasi 10.000 euro per viaggi e soggiorni a Bergamo, dove il loro figlio ha subito un trapianto di fegato. La regione non prevede rimborsi per queste spese, a differenza di altre aree d’Italia. Claudia si è unita a una campagna guidata da Nicole Nanni per chiedere alla Regione di introdurre i rimborsi anche per chi deve spostarsi per cure non disponibili localmente. La questione è ora in discussione a livello regionale.
Famiglie costrette a trasferirsi per trapianti dei bambini: in Emilia-Romagna ma mancano i rimborsi
In Emilia-Romagna, diversi genitori stanno lottando per ottenere il rimborso delle spese extra-sanitarie sostenute durante i trasferimenti fuori regione per i trapianti dei propri figli, come già avviene in altre parti d’Italia. Tra loro ci sono Claudia e Christian, una coppia di Vignola, che ha visto la propria vita stravolta dopo la nascita del figlio Brando, colpito da una rara malattia, l’atresia delle vie biliari. Il bambino ha subito un trapianto di fegato a un anno di vita al centro specializzato Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’unico in grado di eseguire l’intervento. La famiglia ha affrontato costosi spostamenti e cure senza poter accedere a rimborsi, come previsto in altre regioni. La madre, rimasta senza lavoro, e il padre, unico sostegno economico, hanno speso quasi 10.000 euro per coprire le spese di viaggio e soggiorno. Come riportato da today.it a firma di Chiara Tadini.
Claudia si è unita all’iniziativa di Nicole Nanni, un’altra madre emiliano-romagnola che chiede alla Regione di prevedere i rimborsi anche per chi è costretto a spostarsi per ricevere cure non disponibili localmente. La questione è ora al centro del dibattito regionale, con Fratelli d’Italia che ha presentato una proposta per affrontare il problema. I genitori chiedono un intervento rapido per garantire diritti a tutte le famiglie che affrontano simili situazioni in futuro, sottolineando che la scelta di spostarsi non è una decisione volontaria, ma una necessità imposta dalle circostanze.