Inchiesta

I preoccupanti dati del gruppo Crc, molti sono i bambini a rischio povertà in Italia

I dati dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia riportano una condizione preoccupante, più di un terzo dei bambini e adolescenti sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Gravi sono i divari regionali: in Sicilia sono il 56%, in Calabria sono il 49%, in Campania il 47%, in Puglia il 43%.

Dal rapporto del gruppo Crc,  gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si evince che in ciascuna regione italiana, sono 2.156.000 i bambini e ragazzi che oggi in Italia vivono in condizioni di povertà relativa. Più di un minorenne su cinque.

I dati preoccupanti della situazione italiana

La preoccupante situazione italiana, riportata dal gruppo Crc, che da tempo si occupa attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, coordinata da Save the Children Italia,  rivela livelli bassi in Liguria e Sardegna, dove nascono sei bambini ogni mille abitanti. Bolzano invece stacca di 3.5 punti la media italiana di 10.2.

I dati sono suddivisi in schede regionali e raggruppamenti tematici quali, dati demografici, accesso ai servizi sociali, educazione, attività culturali, salute e povertà.


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I dati demografici

Dai dati demografici nazionali si nota che in regioni come la Liguria e la Sardegna dove la natalità è molto bassa e zone in cui il numero dei nati per ogni mille abitanti è invece superiore alla media nazionale come Sicilia, Trento, Campania e Bolzano.

Un indicatore demografico positivo registra che l’Italia è il secondo paese più vecchio del mondo: 82 anni. Anche qui con delle punte positive in Lombardia e Marche che fanno da contrappeso a regioni dove invece il dato è più basso, come la Campania, 81 anni.

L’accesso ai servizi sociali

Vi è una forte discriminazione a livello regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, infatti numerose e profonde sono le disuguaglianze all’accesso e nella qualità dei servizi di salute, dei servizi educativi, il che significa che i minori hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono. Ciò rende indispensabile avviare una strategia rispetto alle politiche per l’infanzia e adolescenza.

Educazione e attività culturali

Per quanto riguarda l’offerta educativa per i bambini, dalla nascita ai sei anni, la lettura dei dati regionali restituisce un quadro con divari notevoli. La percentuale di posti disponibili nei servizi educativi per l’infanzia si colloca sotto la media nazionale (22,8%) in tutte le regioni meridionali. In particolare in Campania, Calabria e Sicilia mentre la Sardegna si distingue in positivo con il 27,9%.

A differenza delle regioni del Sud, la copertura di servizi offerta ai piccoli al Centro-Nord è invece molto elevata, soprattutto in Umbria, Emilia-Romagna e Trento.


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Salute e povertà

Dai dati i parzialmente positivi, dopo anni di interventi specifici, sono quelli inerenti a sovrappeso ed obesità. Infatti la disparità di incidenza tra le regioni sembrerebbe oggi leggermente diminuita sebbene con tassi che permangono comunque più elevati al Centro-Sud , ad esempio in Campania. Per quanto riguarda la povertà, invece, in Italia oltre un minore su cinque vive in povertà relativa.

Umbria, Friuli e Liguria sono regioni con minori in povertà relativa, poi ci sono Puglia, Campania e Sardegna con un terzo di minori in povertà, e infine Calabria e Sicilia dove il 42% dei minori sono in povertà relativa. L’Emilia Romagna, all’opposto, è la regione dove il benessere è più diffuso e solo il 10-11% dei bambini vive in famiglie con livelli di spesa bassi rispetto alla media italiana, cioè è in povertà relativa.

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