Sono ancora tanti i misteri da chiarire sulla morte del bambino portato sanguinante in un supermercato Lidl in provincia i Perugia. A quanto pare i genitori del piccolo Alex erano da tempo in causa per l’affidamento dopo la separazione. Erzsebet Bradacs, la madre di Alex, avrebbe mandato una macabra foto del figlio senza vita al padre. Per questo motivo gli inquirenti stanno ipotizzando che alla base del delitto possa esserci una vendetta tra ex coniugi.
Bimbo morto a Perugia: la madre si professa innocente
La donna resta in stato di fermo in carcere con la pesantissima accusa di omicidio aggravato in attesa dell’interrogatorio di garanzia con il giudice ma per il momento si professa innocente. La 47enne, si è avvalsa della facoltà di non rispondere su consiglio dell’avvocato d’ufficio ma ha rivendicato più volte la sua innocenza anche se, a detta dei carabinieri che la invergavano, ha dato diverse versioni dell’accaduto, in gran parte confuse e contrastanti, che non fanno altro che complicare il quadro.
Il sospetto della premeditazione e della vendetta
Maggiore chiarezza arriverà solo dai risultati dell’autopsia sul corpo del piccolo Alex già disposta dal Pm. L’esame post mortem dovrà stabilire l’esatta causa di morte ma soprattutto i tempi del decesso, elemento chiave per ricostruire la tragedia. La donna, prima di chiudersi nel silenzio, infatti ha affermato di aver trovato il piccolo senza vita nel casolare dove avevano trovato un alloggio di fortuna prima di portarlo nel supermercato Lidl e poggiarlo sul nastro trasportatore per chiedere aiuto. Una ricostruzione che però non corrisponde agli elementi trovati dagli investigatori e fa ipotizzare appunto una premeditazione perché forse il piccolo era già morto quando la donna lo ha portato nel supermercato.
Il giallo della maglietta
Sono molti infatti i dubbi da chiarire, il primo è che, pur avendo il bimbo evidenti segni di accoltellamento al petto, la maglietta che indossava era intatta come se fosse stato cambiato prima di essere preso in braccio dalla madre per attraversare la strada ed entrare nel Lidl. Un’altra maglietta imbratta di sangue inoltre era nel casolare. Tutti reperti ora i mano alla scientifica così come una coltello che la donna aveva in borsa e che gli investigatori sano analizzando per capire se posa trattarsi dell’arma del delitto.