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Medici litigano per la sala operatoria e la bimba nasce morta: tutti assolti. Il dolore dei genitori “Ci è stata tolta la gioia più grande”

Bari bambina morta nascita assolti medici

Immagine di repertorio

Sono stati tutti assolti i medici indagati per il decesso di una bambina, morta alla nascita durante un parto cesareo all’ospedale di Venere di Bari. A causa di una lite fra medici, su chi dovesse utilizzare la sala operatoria, la partoriente venne sottoposta al cesareo d’urgenza con un’ora di ritardo. Questo ritardo compromise le condizioni di salute della neonata che morì per asfissia dovuta al cordone ombelicale stretto attorno al collo. “Ci è stata tolta la gioia più grande ma per la giustizia italiana nessuno è colpevole” hanno commentato i genitori.

Bari, bambina morta alla nascita: assolti tutti i medici indagati

La tragedia risale al 2 maggio del 2016 quando la coppia – Marta Brandi e Onofrio Visaggio – arrivo all’Ospedale di Venere di Bari e i medici decisero di sottoporre la donna a cesareo d’urgenza in anticipo perché la posizione della bambina nella pancia della madre era pericolosa.

Secondo quanto emerse dalla ricostruzione fatta dagli investigatori, quel giorno però tutte le sale operatorie del reparto di Ostetricia erano occupate. Quando i dottori decisero di rivolgersi al vicino reparto di Chirurgia, scoppiò una lite tra medici su chi dovesse utilizzare la sala in quanto già prenotata per un altro intervento programmato.

La partoriente quindi entrò nella sala operatoria con un’ora di ritardo, ma a quel punto le condizioni della piccola si erano aggravate e ai medici non rimase altro che constatare il decesso della neonata per asfissia dovuta al cordone ombelicale stretto attorno al collo. 

Assolti i medici imputati

La sentenza della Cassazione ha assolto tutti gli imputati del processo, confermando le sentenze d’appello con l’assoluzione di due ginecologi, l’annullamento per prescrizione della condanna a otto mesi per un anestesista e il rinvio per l’allora primario di Chirurgia generale, come riporta il Corriere della Sera. Per la famiglia rimane solo il risarcimento in sede civile, riconosciuto dai giudici e liquidato dall’Asl.

Il dolore dei genitori

“Ci è stata tolta la gioia più grande. Il nostro angelo non ha potuto vivere per colpa di un litigio tra medici, ma per la giustizia italiana nessuno è colpevole” è l’amaro sfogo di Marta Brandi e Onofrio Visaggio. “Era la nostra unica figlia, nessuno si è preso la responsabilità di una morte che si doveva evitare” dichiarano i due genitori dopo il processo, ricordando il dolore di questi anni in cui “avremmo dovuto accompagnare Ginevra al parco, a fare sport, a giocare con le amiche. Invece, ogni fine settimana, andiamo a trovarla al cimitero”.

 

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