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Maria Rosaria Santese investita e uccisa a Battipaglia: l’automobilista condannata ad un anno di reclusione, con pena sospesa 

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Maria Rosaria Santese

È stata condannata ad un anno di reclusione, con pena sospesa, l’automobilista responsabile della morte di Maria Rosaria Santese, la 19enne arbitro di basket e figlia dell’imprenditore battipagliese Renato Santese, investita e uccisa il 19 maggio del 2017 a Battipaglia. Lo riporta La Città di Salerno.

Battipaglia, morte di Maria Rosaria Santese: automobilista condannata ad un anno

Quel giorno, il 19 maggio del 2017, Maria Q., residente a Battipaglia, si trovava alla guida di una Wolkswagen Tiguan che impattò frontalmente con la vespa 125 guidata da Maria Rosaria Santese.

Stando a quanto ricostruito dall’accusa, il decesso della giovane non sarebbe da attribuire all’impatto con il veicolo o alla successiva caduta sull’asfalto. Il cuore della 19enne, infatti, si sarebbe fermato dopo che la vettura l’avrebbe trascinata per alcuni metri: Maria Rosaria è morta per dissanguamento a seguito dell’amputazione di una gamba.

La condanna

La sentenza di primo grado è stata emessa nella tarda serata di ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Salerno, il dottor Giuseppe Ferruccio, della Prima sezione penale.

L’automobilista è stata condannata per omicidio stradale ad un anno di reclusione, con pena sospesa. Dunque la donna non andrà in carcere. Inoltre dovrà versare una provvisionale da 185mila euro in favore dei genitori di Maria Rosaria e delle sue sorelle, oltre alla rifusione delle spese legali.

 

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