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Battipaglia, il progetto calcistico del Real Taverna: l’intervista al mister Gianluca Iodice

Oggi siamo andati ad intervistare il tecnico della società sportiva Real Taverna, a Battipaglia, per capire quale sia il nuovo progetto calcistico della società. Ecco le dichiarazioni dell’allenatore Gianluca Iodice:

Partiamo dal principio: come inizia la nascita del progetto “Real Taverna”?

Innanzitutto grazie per questo invito ad avere un’intervista, ne ho fatte da calciatore ma da allenatore è la primissima volta.
Il progetto Real Taverna parte nel 2022 con l’intento di creare una squadra che potesse rappresentare quello che è il rione di Taverna Delle Rose nella cittadina di Battipaglia. L’idea, inizialmente, è stata fortemente voluta dal parroco Don Luigi Piccolo con l’obiettivo primario di portare avanti i valori di sport tra i ragazzi, socializzazione, amicizia e aggregazione. Il progetto è stato poi sostenuto dall’attuale presidente Francesco Gambale, dal vice-presidente Rosario Di Lascio, dal segretario Amedeo Santese e dall’ex allenatore Massimo Vece sino al Dicembre scorso. Il nostro unico obiettivo è sempre stato quello di divertirci tutti insieme, portare avanti i veri valori che questo sport riesce ancora a regalarci.

Come sono stai i primi due anni di attività per l’Asd Real Taverna?

Nella prima annata abbiamo avuto quasi completamente ragazzi tra i 18 ed i 25 anni, la scorsa stagione abbiamo integrato qualche “vecchietto” per vicissitudini legate all’abbandono del gruppo da parte di qualche calciatore per svariate motivazioni.
In questo punto mi vorrei soffermare per parlare del problema che lega tutti noi mister o dirigenti che cercano di creare gruppi, poiché i ragazzi di oggi, purtroppo, piano piano stanno perdendo la passione che lo sport riesce a trasmettere.
Penso che quella energia che può tramettere un gruppo e questo gioco meraviglioso sia importantissima nella vita di ogni ragazzo, anche solo per avere quelle che sono regole ed esempi che si possono trovare nell’ambito calcistico paragonabili a quelli di vita quotidiana.

Ai giovani nell’ultima annata si sono uniti diversi esperti, anche sopra i 40 anni, ed è qualcosa di stupefacente vedere come ragazzi di una certa età corrano ancora dietro a quel pallone, guidati solo dall’amore per questo sport ed un senso di abnegazione unico come i miei “vecchietti” che non saltano un allenamento ed il weekend di gara sono sempre presenti pronti a dare il 100% di loro stessi.

La squadra ha iniziato dalla terza categoria, dove attualmente milita, e nei primi due anni rispettivamente si è riuscita ad imporre nella metà classifica per la prima stagione, mentre, nella seconda annata si è fermata al ridosso dei playoff in sesta posizione.

Quali sono gli obiettivi sportivi e sociali per il Real Taverna del 2024/2025?

Quest anno vorremmo riuscire a migliorare la posizione della scorsa annata, ma soprattutto riuscire a mantenere l’entusiasmo presente intorno a questo progetto.
Uno dei nostri grandi obiettivi è quello di riuscire a ritagliarci dello spazio nella routine quotidiana per fare ciò che ci appassiona più di tutto, cioè giocare a calcio con il sorriso sul volto, al momento il nostro è un gruppo composto da 32 tesserati.

A livello sociale, invece, abbiamo un grande progetto in mente che consiste nell’apertura di una linea diretta verso i ragazzi più bisognosi del Congo fornendo loro attrezzatura di base per aiutarli, dando una passione a coloro che ne hanno più bisogno.

Come è stato il passaggio da calciatore ad allenatore di questo gruppo? E quali motivazioni l hanno spinta a prendere questa decisione?

Lasciare il campo è stato difficile, in questi primi due mesi da mister devo dire che mi sto calando nei panni che la società mi richiede con forte entusiasmo e voglia di fare. Dopo così tante avventure in campo ancora mi sale la voglia di lanciarmi in mezzo alla mischia per puro divertimento con i nostri ragazzi. La mia è una di quelle storie lunghe e romantiche ma proverò ad essere il più sintetico possibile. Ho giocato a calcio fin da quando avevo 6 anni sino ad oggi che ne ho 36, una vita praticamente.

Sono arrivato ad esibirmi per diverse squadre di categorie superiori con la possibilità di accarezzare quel sogno tanto ambito di diventare un calciatore professionistico, ma come tanti ho dovuto accantonare in parte tutto questo per perseguire cose concrete lavorativamente parlando.

Ho girovagato nelle categorie inferiori dall’eccellenza alla prima categoria, poi nel 2015 dopo l’ennesimo infortunio al ginocchio decisi di ritirarmi. Nel 2021 ho subito un lutto importante come la perdita di mio padre, fu in quel momento che sentii il bisogno dentro di me di tornare in campo, anche semplicemente per sfogare quello che avevo dentro in quel momento ed alla chiamata nel mio amico Amedeo Santese non potetti dir di no.

In quel del rione di Taverna Delle Rose ci sono cresciuto ed ho avuto il compito di onorare la fascia da capitano per le prime due stagioni di questo magnifico gruppo sino al grave infortunio alla schiena che mi ha costretto di ritirarmi definitivamente dal calcio giocato passando così a questa nuova avventura da allenatore.

Prima di lasciarla vuole mandare un messaggio per i nostri lettori?

Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno fatto parte del progetto ASD Real Taverna in questi anni dall’ex allenatore Massimiliano Vece, passando per i nostri tesserati che migliorano ogni giorno sempre più. Inoltre un grazie al presidente Francesco Gambale, al vicepresidente Rosario Di Lascio e amico di sempre, nonché segretario, Amedeo santese.

Ho la piena fermezza nel poter dire che senza il sostegno e la dedizione in particolar modo del segretario Amedeo l’ ASD Real Taverna non esisterebbe. Un saluto vivissimo ai nostri sponsor che ci accompagnano nelle trasferte e che ci aiutano per l’avanzamento del progetto dal punto di vista economico-finanziario.

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