Economia

Bce, nuovo rialzo dei tassi di interesse: cosa succede a mutui e prestiti

Salgono ancora i tassi di riferimento di mutui e prestiti. La Bce ha annunciato un nuovo rialzo di 75 punti e base e confermato l’intenzione di non fermarsi qui. Il costo del denaro diventa più caro e le conseguenze più immediate sono quelle che riguardano i mutui, i nuovi e quelli fatti a tasso variabile.

Bce, salgono ancora i tassi di riferimento di mutui e prestiti

Nessuna sorpresa, dunque, dalla riunione del Consiglio direttivo. “Ha deciso di innalzare di 75 punti base i tre tassi di interesse di riferimento” portando quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 2,00%, al 2,25% e all’1,50%, con effetto dal 2 novembre 2022. Il Consiglio “prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine”.

Quanto all’andamento dei tassi in futuro sarà deciso “in base all’evolvere delle prospettive per l’inflazione e l’economia, riflettendo un approccio secondo il quale le decisioni sui tassi vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.

D’altronde, spiega la Banca Centrale Europea, “l’inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”. In questo contesto “la politica monetaria del Consiglio direttivo mira a ridurre il sostegno alla domanda e a mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento dell’inflazione attesa”.

Gli effetti su prestiti e mutui

Quali sono le conseguenze dirette, per l’economia reale, delle decisioni che sta assumendo la Bce? I conti li fa il Codacons, guardando ai mutui a tasso variabile. Considerata una fascia media di mutuo di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile salirà tra i 40 e i 50 euro.

Una variazione che si aggiunge a quelle già scontate. Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea negli ultimi mesi, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 120 e i 150 euro rispetto a quanto pagato lo scorso anno, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +1.440 e +1.800 euro all’anno.

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