Caos in Provincia di Benevento: in aula, domani giovedì 13 febbraio, la mozione di sfiducia contro Nino Lombardi. I due consiglieri del Pd, Giuseppe Ruggiero e Raffaele De Longis, hanno già annunciato che non parteciperanno alla seduta. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Benevento, caos in Provincia: mozione di sfiducia contro Lombardi
L’ultima volta che si erano guardati negli occhi risale a circa un mese fa, quando il presidente della Provincia e i dieci consiglieri si erano riuniti nella sala giunta per tentare di formare un governo istituzionale in grado di gestire l’Ente anche senza una maggioranza politica. Domani, durante la seduta straordinaria e urgente del Consiglio, si ritroveranno con all’ordine del giorno l’interpellanza contenente la mozione di sfiducia nei confronti di Nino Lombardi, presentata dai gruppi di Forza Italia e Fratelli d’Italia. I due consiglieri del Pd, Giuseppe Ruggiero e Raffaele De Longis, hanno già annunciato che non parteciperanno alla seduta. Coerenti con la loro posizione fin dall’inizio («azzeramento delle deleghe ai consiglieri dell’ex maggioranza o niente»), considerano privo di senso ritrovarsi tra i banchi per discutere «le stesse questioni».
Il confronto
A questo punto, il confronto si svolgerà tra i quattro firmatari della mozione, appartenenti ai gruppi di Fdi e Fi (Carmine Agostinelli, Gaetano Mauriello, Vincenzo Fuschini e Anna Iachetta) e la “trincea” di Lombardi, composta da Umberto Panunzio di Noi Campani (l’altro consigliere del gruppo, Antonio Capuano, è attualmente in convalescenza a causa di una caduta sugli sci che gli ha causato la rottura del femore), Nascenzio Iannace di Noi di Centro e Alfonso Ciervo di Essere Democratici, oltre a Lombardi stesso. La validità della seduta e la garanzia del numero legale, paradossalmente, dipendono da loro. Cosa accadrà è incerto, ma è certo che il vertice della Rocca dei Rettori non si lascerà sfuggire l’opportunità di esprimere qualche risentimento.
La riunione
Dalla riunione in cui ha proposto ai membri del consiglio sannita di condividere le deleghe relative al Documento unico di programmazione, al bilancio e al Piano territoriale di coordinamento provinciale (deleghe precedentemente assegnate a Carmine Agostinelli, che le ha restituite per passare da Noi di Centro a Fratelli d’Italia), non ha ancora chiarito quale direzione intenda prendere e non ha convocato l’assemblea per discutere i temi necessari all’approvazione del bilancio di previsione. Questo è collegato alla motivazione alla base della sfiducia politica, che, come riportato nel documento protocollato dai gruppi di Fdi e Fi, deriva dal fatto che il presidente non gode più del sostegno della maggioranza dei consiglieri. Si ricorda che il cambiamento politico è stato causato dall’adesione del consigliere Agostinelli a Fratelli d’Italia.
«Si sostiene che non sia affatto praticabile un’azione politico-amministrativa da parte di un presidente che agisce senza il sostegno, inteso in senso ampio come collegamento politico-amministrativo, della maggioranza del Consiglio. Questa situazione di “coabitazione” tra un vertice rappresentante di una minoranza politica, che non cerca di ristabilire un confronto costruttivo con la maggioranza dei sei consiglieri, paralizza completamente l’amministrazione dell’Ente. Riteniamo fondamentale azzerare tutte le deleghe assegnate, comprese quelle di vicepresidente e le nomine negli enti e nelle società provinciali. Sebbene questa proposta sia stata respinta, la sua attuazione riporterebbe al centro del dibattito e dell’azione politico-programmatica tutti i consiglieri, senza alcun danno per l’Ente.» Infine, per il centrodestra, l’atteggiamento di Lombardi «non solo influisce sul funzionamento della Provincia, ma potrebbe anche compromettere prerogative e diritti dei cittadini, in particolare per quanto riguarda il diritto a un’efficace gestione dell’azione amministrativa».