Ad Amorosi, un uomo ha perseguitato e stalkerizzato l’ex moglie per sei anni. A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri della Stazione Carabinieri di Amorosi, ieri mattina, 13 luglio hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della Misura Cautelare Personale del divieto di dimora nella provincia di Benevento, emessa nei confronti di un soggetto, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica.
Amorosi, stalkerizza l’ex moglie per 6 anni
La misura è scattata a conclusione di indagini svolte in relazione a reiterate condotte minacciose, intimidatorie e dal tenore molesto attuate nei confronti della vittima, finalizzate a recuperare la relazione sentimentale giunta al termine, che causavano nella stessa un perdurante e grave stato di ansia e paura, ingenerandole un fondato timore per la propria incolumità e per quella del figlio, costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita e, in particolare, a trasferirsi dal comune di Telese Terme, dapprima a San Lorenzo Maggiore e, successivamente ad Amorosi.
Le indagini, svolte dalla Stazione CC. di Amorosi e coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno consentito non solo di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato per il reato di atti persecutori, commesso nel periodo temporale compreso tra marzo del 2017 e giugno 2023, ma anche gravi indizi di colpevolezza per il reato di furto aggravato e danneggiamento commessi, sempre in danno della vittima, in Amorosi lo scorso 11 aprile.
Il materiale probatorio a carico dell’indagato raggiunto dalla misura cautelare personale è stato acquisito grazie alla ricezione delle denunce sporte dalla vittima, alle sommarie informazioni raccolte dalle persone informate sui fatti, all’acquisizione delle videoregistrazioni dei sistemi di sorveglianza prossimi ai luoghi dei reati, a rilievi fotografici, nonché alla perquisizione effettuata nei confronti dell’indagato.
La donna perseguitata
Le indagini espletate hanno così permesso di ricostruire il modus operandi dell’indagato, che consisteva nel pedinare e molestare la vittima. Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa sono allo stato indagato e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.