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Falsi ricorsi contro i gestori telefonici Wind e Tim: a processo cinque avvocati di Benevento

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Guardia di Finanza

Falsi ricorsi contro i gestori telefonici Wind e Tim: finiscono a processo cinque avvocati della provincia di Benevento. L’udienza preliminare per undici persone è fissata per ottobre. Nell’inchiesta sono coinvolti anche il titolare di un negozio di telefonia e altre 4 persone.

Falsi ricorsi contro Wind e Tim: a processo avvocati di Benevento

L’udienza preliminare davanti al gup Maria di Carlo è stata posticipata al 2 ottobre a causa dell’impossibilità di uno dei difensori. Il pubblico ministero Giulio Barbato ha chiesto il rinvio a giudizio per undici individui coinvolti in un’inchiesta della guardia di finanza riguardante presunti falsi ricorsi per decreti ingiuntivi contro Wind e Tim.

Gli indagati

Tra gli accusati ci sono cinque avvocati: G. B. di Montesarchio, G. N. di Napoli, M. M. di Cervinara, F. P. di San Martino Valle Caudina e M. D. S. di Airola. Inoltre, sono coinvolti il titolare di un negozio di telefonia, F. P. di Santa Maria a Vico, e D. F. di Airola, C. R. di Bucciano, F. D. B. di Montesarchio, R. C. e C. P. di San Martino Valle Caudina. Gli accusati sono difesi da un team di avvocati composto da Alessio Ruoppo, Pasquale Matera, Ettore Marcarelli, Fulvio Dello Iacovo, Vittorio Fucci, Luca Cavuoto, Claudio Barbato, Gennaro Maione, Domenico Forgione e Davide Pascarella.

Le indagini

Le accuse di associazione per delinquere e falso sono formulate in relazione ai ricorsi presentati davanti ai giudici di pace di Airola, Montesarchio, Crecignola, Mirabella Eclano, Montoro, Canosa, Cervinara e Pescopagano per decreti ingiuntivi contro Wind e Tim. Questi ricorsi si basano su una procura speciale apparentemente firmata da numerosi consumatori. Tale situazione avrebbe “indotto in errore l’organo giudicante riguardo alla legittimazione” degli avvocati e sulla “validità della richiesta” degli utenti “di ricevere dalle società convenute il contratto relativo alle utenze telefoniche”.

Secondo il Pubblico Ministero, si sarebbe verificata un’induzione in errore che ha portato all’emissione di decreti ingiuntivi, nei quali sarebbe stato “falsamente attestato il diritto della ricorrente alla consegna della documentazione”, con conseguente condanna delle società al pagamento e al risarcimento. L’accusa di falso in certificati riguarda la presunta attestazione non veritiera dell’autenticità della firma apparentemente apposta dagli assistiti “nella procura speciale a margine del ricorso per decreto ingiuntivo contro le compagnie telefoniche; una firma che risulterebbe contraffatta”. Gli avvocati delle due compagnie telefoniche sono Grazia Volo e Ivan Filippelli.

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