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San Giorgio del Sannio, molesta la figlia di 10 anni dei vicini: condannato a 4 anni di reclusione

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Un pensionato di 85 anni di San Giorgio del Sannio è stato condannato a 4 anni di reclusione per aver molestato una bambina di 10 anni, figlia dei vicini di casa. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa.

San Giorgio del Sannio, molesta la figlia dei vicini: condannato

Un pensionato di 85 anni di San Giorgio del Sannio è stato condannato a 4 anni di reclusione per aver molestato una bambina di 10 anni, figlia dei vicini. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa, rendendo così definitiva la condanna emessa dalla Corte di appello un anno fa.

La sentenza di secondo grado ha annullato quella del Tribunale di Benevento, che nel marzo 2019 aveva assolto l’uomo, ritenendo che il fatto non fosse sussistente. La difesa era affidata all’avvocato Giovanni La Motta, mentre la parte civile, rappresentata dall’avvocato Antonio Leone, ha ottenuto anche il risarcimento dei danni. La mancata divulgazione delle generalità del minore è stata adottata per tutelare la privacy della vittima.

I fatti, che sono stati oggetto di un incidente probatorio in cui la bambina ha nuovamente accusato il pensionato, risalgono al 24 ottobre 2015. In quella data, secondo le indagini, l’anziano – che era vicino di casa della piccola – avrebbe invitato la bambina, che si trovava nel giardino con la nipotina dell’imputato, a entrare nella sua abitazione con la scusa di offrirle delle arachidi.

Una volta in cucina, avrebbe chiuso la porta a chiave e le avrebbe toccato il sedere. Inoltre, dopo averle sollevato la maglietta e abbassato il reggiseno, le avrebbe toccato e baciato i seni. Era comprensibile che lei fosse turbata; la madre si era accorta del cambiamento nel suo umore e le aveva chiesto cosa fosse successo. Pensava che avesse avuto un litigio con la sua amichetta, ma era rimasta sbalordita e profondamente colpita quando la figlia le aveva raccontato l’accaduto, mimando anche i gesti dell’uomo che i genitori conoscevano bene. La denuncia aveva avviato un’inchiesta che si era poi trasformata in un rinvio a giudizio, in processi e, infine, in una condanna definitiva.

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