Torture nel Rione Libertà di Benevento, caos durante il processo: imputato minaccia il suicidio. I giudici decidono così di sospendere l’udienza. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino. Dopo una pausa, il processo è ripreso con gli interrogatori delle vittime.
Torture nel Rione Libertà di Benevento, imputato minaccia il suicidio durante il processo
Disordini in Tribunale durante il processo riguardante violenze e torture su tre giovani. Durante l’interrogatorio di uno di loro, uno degli imputati ha perso il controllo, minacciando di suicidarsi, il che ha portato all’interruzione dell’udienza. Dopo una pausa, il processo è ripreso con gli interrogatori delle vittime. L’imputato che ha scatenato un vero e proprio caos è Antonio Barone, 48 anni, attualmente in carcere. In questo processo sono coinvolti anche Vincenzo Cinque, 25 anni, ed Emanuele Ucci, entrambi agli arresti domiciliari. Un quarto imputato, che ha scelto il rito abbreviato, ha ricevuto all’inizio di novembre una condanna a otto anni e, in attesa dei successivi gradi di giudizio, si trova in libertà.
Tutti gli accusati sono coinvolti, a vario titolo, nei reati di tortura e concorso in rapina ai danni di tre giovani di San Leucio del Sannio. Durante l’udienza, uno dei giovani vittime delle violenze stava raccontando l’accaduto di fronte al collegio giudicante, presieduto da Simonetta Rotili e composto da Graziamaria Monaco e Francesco Murgo. In quel momento, Barone, dalla gabbia in cui si trovava, ha cominciato a inveire contro il testimone, accusandolo di mentire e lanciando minacce, sostenendo di essere lui la vera vittima dell’aggressione.
La misura
I magistrati hanno deciso di sospendere l’udienza. Una volta condotto nella cella dalla polizia penitenziaria, il detenuto ha continuato a urlare, minacciando anche di suicidarsi. Successivamente, ha ritrovato la calma e, riportato in aula, ha richiesto di poter rilasciare delle dichiarazioni spontanee, esprimendo il desiderio di ottenere gli arresti domiciliari, considerando che tale misura era già stata concessa ad altri imputati. L’udienza è proseguita con l’esame del teste che era stato interrotto e con le dichiarazioni di un’altra giovane vittima. La prossima udienza è fissata per il 7 gennaio. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Antonio Leone e Luca Russo, mentre le tre giovani vittime delle torture sono rappresentate da Fabio Russo e Nazzareno Fiorenza.
La storia è iniziata il 18 dicembre dello scorso anno, quando i carabinieri della stazione di San Leucio del Sannio fermarono una Fiat Idea guidata da Ucci, con un altro giovane a fianco e un ventenne sul sedile posteriore, visibilmente ferito al volto. I tre dichiararono che le lesioni erano il risultato di una lite avvenuta a Ceppaloni, ma questa spiegazione non convinse i carabinieri. La situazione si complicò ulteriormente quando il ventenne presentò una denuncia il giorno successivo, affermando di essere stato avvicinato da un conoscente che gli aveva chiesto di recarsi presso l’abitazione di Barone per portargli un orologio e un cestino contenente salumi.
Secondo quanto riferito dall’amico, Barone aveva accusato il giovane di vent’anni di essere responsabile del furto dell’orologio di suo figlio. Per dimostrare la sua innocenza, il ragazzo si era recato a casa di Barone insieme a due amici. Mentre uno di loro era rimasto in auto, il ventenne e un altro amico erano saliti nell’appartamento. Poco dopo, Barone era stato raggiunto da altre tre persone, un adulto e due ragazzi. A quel punto, era iniziato un pestaggio accompagnato da altre violenze. Gli aggressori, però, non si erano limitati a malmenare il giovane; avevano anche richiesto del denaro. Due di loro avevano quindi costretto il ventenne a recarsi a una banca a San Leucio del Sannio per prelevare dei soldi.