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Il 9 marzo 1923 nasce Benito Jacovitti: celeberrimo fumettista italiano

Benito Franco Giuseppe Antonio Jacovitti è stato un fumettista italiano autore di celebri personaggi dei fumetti come Cocco Bill e Cip l’arcipoliziotto, romanzi grafici come Kamasultra e del celebre Diario Vitt, edito dal 1949 e che fra gli anni Sessanta e Settanta arrivò a vendere decine di migliaia di copie.

9 marzo 1923: nasce Benito Jacovitti, fumettista italiano

Nato a Termoli il 9 marzo del 1923 da una famiglia di origine albanese-slava. All’età di sette anni, Benito Jacovitti, iniziò a mostrare interesse per i fumetti. Ancora bambino si trasferì con la famiglia prima a Macerata e poi, definitivamente, a Firenze, dove frequentò l’Istituto statale d’arte.



Occorre confessarlo apertamente: tutti noi abbiamo un debito con Jacovitti. Un debito di buon umore, di fantasia, di creatività capace di donare ore di sano divertimento senza mai nulla concedere a quell’estetica volgare e un po’ corriva sempre in agguato quando si parla di fumetto.

Non che Benito Jacovitti non abbia saputo travalicare i generi e i confini concedendosi le sue brave trasgressioni artistiche, come quando decise di illustrare lo “scandaloso” Kamasutra. Seppe farlo sempre all’insegna di quell’umorismo surreale e totalmente sganciato dalla realtà che sigla la sua personalissima cifra stilistica. Oppure come quando osò confrontarsi con quel monumento della letteratura fantastica che è “Pinocchio”, riuscendo a rinnovare la tradizione iconografica legata al personaggio di Carlo Collodi e donando all’editoria un vero capolavoro di illustrazione.

La nascita del genio

Jacovitti non può che meritarsi l’appellativo di genio, quale indubbiamente egli era. Genio pazzo e folle, capace di definire in modo autonomo stile e parametri, regole e rispettive deviazioni. Chi lo conobbe negli anni della prima adolescenza non può che avvalorare questa definizione.


Kamasultra di Benito Jacovitti
Kamasultra, la scandalosa rivista di Benito Jacovitti

Già poco più che adolescente collaborava al settimanale “Il Brivido” con vignette umoristiche mentre, nell’ottobre del 1940 (a diciassette anni) approda al “Vittorioso” creando il personaggio di Pippo, ben presto affiancato da altri due ragazzini, Pertica e Palla, coi quali formerà il famoso terzetto dei “3 P”.

Grazie alla sua fluviale capacità inventiva davvero inarrestabile (e le prove tangibili si avranno solamente alla fine della sua vita, di fronte alla massa sterminata dei suoi lavori), diventa ben presto una delle colonne del popolare settimanale cattolico.

I grandi personaggi

Con gli anni Jacovitti dà vita a decine di personaggi, nati tanto sulle pagine del “Vittorioso” (come i già ricordati 3 P, oppure l’arcipoliziotto Cip e il suo stolido assistente Gallina, Mandrago il Mago e l’Onorevole Tarzan), quanto su quelle del “Giorno dei Ragazzi” (dal popolarissimo Cocco Bill al fantascientifico Gionni Galassia al giornalista Tom Ficcanaso) e del “Corriere dei Piccoli” (Zorry Kid, parodia del celebre Zorro, e Jack Mandolino, un malvivente sfortunato quanto incapace).


Benito Jacovitti


Successivamente la sua produzione si è articolata in un ventaglio di collaborazioni a tutto campo. Nel 1967 offre il suo talento al mensile dell’ACI “L’automobile” dove pubblica le avventure di Agatone; poi a partire dagli anni Settanta viene “glorificato” con numerose collaborazioni all’interno del mensile “Linus”, diretto da Oreste Del Buono e rivolto ad un pubblico decisamente maturo (a tal proposito occorre menzionare alcune sue collaborazioni anche a “Playmen”).

La morte

Lavora molto anche per la pubblicità e per la cartellonistica politica. Sempre in quegli anni d’oro Jacovitti crea i mitici “Diariovitt”, i diari scolastici sui quali hanno studiato (si fa per dire), intere generazioni di italiani.


Benito Jacovitti


Fumettista del paradosso, dell’assurdo, dei nasi rotondi gonfi come palloncini, dei salami e delle lische di pesce che sbucano dal terreno, Benito Jacovitti, scomparso il 3 dicembre 1997, è stato il creatore di un universo originale e irripetibile, una sorta di paese delle meraviglie in cui tutto è possibile. Purché sia fuori del mondo.