Un operaio di Bergamo perde il lavoro e si ritrova in difficoltà economiche, la legge salva-suicidi gli azzera il debito. “Sono rinato”, ha dichiarato l’uomo di 50 anni, che, oppresso dai recuperi crediti, aveva considerato il suicidio. Grazie alla legge 3 del 2012 e al sostegno della Protezione sociale italiana, l’uomo ha ritrovato “il coraggio e la speranza per affrontare anche le sfide psicologiche”.
Bergamo, perde il lavoro: la legge “salva-suicidi” gli azzera il debito
Un debito superiore ai 100mila euro, la disoccupazione e la conclusione di una relazione. Questi eventi hanno spinto un operaio metalmeccanico dell’hinterland bergamasco a trovarsi in una situazione disperata, tanto da considerare il suicidio come unica soluzione. L’uomo, di 50 anni, da tempo viveva con l’angoscia di non riuscire a pagare il mutuo della sua casa, al punto da dover dormire in auto. A metà dicembre, però, è arrivata una svolta: grazie a un decreto firmato dal giudice Luca Fuzio, è stato ammesso alla procedura “salva-suicidi”, che ha annullato tutti i suoi debiti attraverso la legge 3 del 2012, con l’assistenza di Protezione sociale italiana, un servizio di emergenza sociale per famiglie e imprese in difficoltà economica.
Le difficoltà
Dopo aver perso il lavoro, l’operaio ha dovuto abbandonare la sua abitazione, che è stata poi messa all’asta. Tuttavia, il ricavato non è stato sufficiente a coprire i debiti accumulati, come ha spiegato al Corriere di Bergamo l’avvocato che ha assistito l’uomo nel processo di ammissione alla “salva-suicidi”. Nel 2019, nonostante le sfide psicologiche che stava affrontando, era riuscito a trovare un nuovo impiego, ma dopo meno di due anni la nuova azienda lo ha licenziato a causa della scarsa attività lavorativa. “È come se avesse vissuto un altro lockdown dopo il Covid. Le uniche persone con cui comunicavo erano i call center dei recupero crediti, che mi contattavano incessantemente”, ha raccontato il 50enne al quotidiano. All’inizio dell’anno appena trascorso, la difficile situazione dell’uomo è giunta all’attenzione del comandante della polizia locale di Treviolo, Matteo Copia, che ha suggerito di contattare l’organismo di composizione della crisi attivo nel suo territorio dal 2019.
Il percorso
“Dopo aver esaminato la sua situazione – ha dichiarato l’avvocato al Corriere – è emerso che esisteva la possibilità di avvalersi della legge introdotta dal Governo Monti nel 2012, in un periodo in cui molti piccoli imprenditori avevano tragicamente deciso di farla finita a causa dei debiti”. Il caso dell’operaio bergamasco rientrava tra quelli previsti dalla normativa, dando così avvio al processo, che si è concluso con la firma del decreto pochi giorni prima di Natale. “Quando me lo hanno comunicato, da un lato ero incredulo, ma dall’altro provavo un senso di coraggio e speranza per affrontare anche le difficoltà psicologiche che mi hanno afflitto negli ultimi anni e che hanno avuto ripercussioni sul mio stato fisico”.