Cronaca

Bimba morta di stenti a Milano, la richiesta di Alessia Pifferi: “Voglio una foto di Diana in carcere”

Procedono gli accertamenti sulla morte di Diana, la bimba di un anno lasciata morire di stenti dalla madre Alessia Pifferi. Indagini anche nell’appartamento dove il cuoricino della piccola ha smesso di battere, sul suo pannolino, sul cuscino e sul materasso del suo lettino.

Diana morta di stenti a Milano, la mamma Alessia Pifferi chiede una foto della figlia in carcere

Il gip di Milano Fabrizio Filice ha accolto l’istanza della difesa di ampliare il quesito della perizia disposta con la formula dell’incidente probatorio nell’ambito dell’indagine in cui Alessia Pifferi, la 37enne arrestata a luglio è accusata per omicidio volontario aggravato per aver abbandonato per sei giorni in casa la figlia di un anno e mezzo, poi morta di stenti.

L’autopsia

Emergono, intanto le prime indiscrezioni dall’autopsia sul corpo della bambina morta di stenti, lasciata a casa da sola a Milano dalla madre Alessia Pifferi. I medici legali avrebbero trovato frammenti di cuscino e di gommapiuma nello stomaco della piccola Diana, compatibili con il materiale con cui era fatto il materassino della culla.

L’avvocato di Alessia Pifferi ospite a “Mattino Cinque News” non si sbilancia: “Non c’è certezza, prima di lanciarci in considerazioni dobbiamo fissare l’evento morte per capire bene se Diana ha ingoiato parti del materassino e del cuscino in preda alla fame, perché potrebbe essere anche morta di soffocamento”. “Chiederemo anche l’analisi del pannolino e approfondimenti attraverso l’incidente probatorio” ha concluso l’avvocato.

Alessia Pifferi chiede una foto della figlia in carcere

Stamane davanti al settimo piano del palazzo di Giustizia, per la seconda volta, è comparsa Alessia Pifferi la quale davanti alle telecamere non ha proferito parola mentre in aula ha pregato i suoi difensori di farle avere una foto della figlioletta da tenere con sé in cella a San Vittore.

In udienza è stato conferito l’incarico ai periti, tra cui Giorgio Portera, il genetista che si è occupato tra l’altro del caso di Yara Gambirasio. Gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, legali di Pifferi, hanno invece allargato il collegio dei loro consulenti con la nomina dell’ex capo del Ris di Parma, il generale Luciano Garofano. Il giudice ha dato 90 giorni di termine per il deposito della perizia e ha riconvocato le parti per il prossimo 30 gennaio.

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