Leggero, brillante e ironico come sempre, Paolo Bonolis continua a dominare la scena di Avanti un Altro, trasformandolo nel suo personale spettacolo di intrattenimento, tipo Corrida. Pur relegato alla fascia preserale – come far giocare il miglior talento solo in Coppa Italia – il conduttore sfrutta ogni puntata come un’ora d’aria creativa, dando vita a uno show unico nel panorama televisivo.
Bonolis trasforma “Avanti un Altro” nella sua Corrida
Da quattordici stagioni, il game-show di Canale 5 ha attraversato momenti altalenanti, compresa la parentesi con Gerry Scotti alla conduzione, un esperimento che ha dimostrato quanto il programma sia legato indissolubilmente allo stile di Bonolis, suo ideatore e autore. Il cuore dello show non risiede tanto nel format, semplice e ripetitivo, quanto nell’atmosfera che il conduttore riesce a creare, trasformando ogni episodio in un one man show imprevedibile.
Quest’anno Bonolis appare più ispirato che mai, perfettamente a suo agio nel cogliere gli spunti più assurdi provenienti da concorrenti e pubblico. Partecipanti eccentrici e sopra le righe diventano pedine del suo gioco, mentre il fedele Luca Laurenti continua a brillare accanto a lui, complice perfetto nel creare momenti esilaranti.
Se alcuni elementi del cast fisso, come Flavia Vento, risultano meno efficaci, la rubrica delle domande mimate spicca come omaggio allo storico Pietro Ammicca di Gigi Proietti, rievocando un’ironia surreale e irresistibile.
Sempre più simile a una versione moderna de La Corrida, Avanti un Altro vede Bonolis elevare i concorrenti a dilettanti allo sbaraglio, con Stefano Jurgens come filo conduttore tra l’era di Corrado e il presente. L’approccio del conduttore è però più pungente, in un gioco continuo tra ironia e provocazione.
Ma cosa ne sarà dello show dopo Bonolis? Difficile immaginare un successore all’altezza. Come la scarpetta di Cenerentola, Avanti un Altro sembra calzare perfettamente solo a lui.