Site icon Occhio Notizie

Reggio Calabria, Francesco Marando ucciso con un colpo di pistola: arrestati i figli, uno è minorenne 

Omicidio Bari ucciso Nicola Mansi

Immagine di repertorio

Svolta nel caso di Francesco Marando, il ristoratore trovato morto in una cantina lo scorso 11 gennaio a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria: per l’omicidio del 54enne di San Luca sono stati arrestati due dei figli. Il primogenito ha confessato di aver ucciso il padre con una pistola calibro 38. In manette anche il fratello, minorenne, che ha aiutato ad occultare il cadavere del padre. 

Reggio Calabria, omicidio di Francesco Marando: arrestati figli

Francesco Marando venne trovato morto lo scorso 11 gennaio con una piccola ferita circolare in testa in un’abitazione a Bovalino. Secondo l’accusa l’uomo sarebbe stato ucciso al culmine di un’accesa lite nata da dissidi familiari di lunga data. A sparare sarebbe stato il figlio maggiore, poi insieme al fratello minore avrebbero cercato di disfarsi del cadavere.

I due fratelli, uno dei quali minorenne, sono stati fermati per l’omicidio dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Locri, con il supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia locale e della Stazione di Bovalino. Sono accusati anche di occultamento di cadavere e porto abusivo di arma comune da sparo.

La confessione

Le indagini, coordinate dalla Procura di Locri diretta da Giuseppe Casciaro e dalla Procura per i minorenni di Reggio Calabria diretta da Roberto Di Palma, hanno permesso di ricostruire l’accaduto anche grazie ai filmati dei sistemi di videosorveglianza e alle dichiarazioni del figlio maggiore che si è presentato spontaneamente in caserma accompagnato dai suoi legali.

Il ragazzo ha confessato il delitto e ricostruito le fasi di quanto accaduto. “Era diventato violento con noi figli e con mia madre. Dopo l’ennesimo diverbio l’ho ucciso” ha detto il giovane che ha anche indicato agli inquirenti il luogo in cui lui e il fratello si erano disfatti dell’arma, una pistola a tamburo calibro 38 priva di matricola. L’arma era in un’area isolata del Comune di Ardore all’interno di un sacco contenente anche bossoli e munizioni.

Exit mobile version