Cronaca, Politica

Brunetta, il ministro della Pa con l’atavico pregiudizio verso i dipendenti pubblici “fannulloni”

Il ministro della Pa Renato Brunetta, fermo oppositore dello Smart Working, è tornato all’attacco contro i dipendenti pubblici. Costoro risiederebbero in uno specifico girone dell’inferno, incastrati in uno spazio appositamente immaginato dallo stesso ministro, ovvero quello dei “fannulloni”.  Già nel 2008, infatti, il ministro Brunetta aveva garantito il pugno duro del governo contro gli impiegati pubblici inefficienti, vero suo pallino, al punto da introdurre, attraverso la riforma del 2009, alcuni strumenti quali incentivi, premi e sanzioni. La riforma, però, negli anni si è rivelata fallimentare ed ha contribuito a paralizzare ancor più una Pa spinta da idee arcaiche e difficilmente realizzabili. 

Brunetta, i fannulloni ed il fenomeno dell’astensionismo

Negli anni della riforma Brunetta, l’Italia conosceva una profonda crisi economica e alcuni scandali perpetrati all’interno delle singole amministrazioni (tra cui quello dei “furbetti del cartellino”) vennero strumentalizzati anche per fomentare l’indignazione pubblica. Questi comportamenti hanno contribuito sensibilmente a ridurre la fiducia nelle istituzioni e nei suoi rappresentanti. Ecco perché il ministro si fece promotore di una spregiudicata guerra, mirata anche a porre fine al fenomeno dell’astensionismo, vera e propria piaga nazionale.


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Ciò, almeno in parte, potrebbe spiegare l’avversione del ministro della Pa nei confronti di una forma di lavoro maggiormente flessibile. Lo Smart Working preoccupa il ministro Brunetta al tal punto da imporre il prematuro rientro in ufficio, poco prima che il Covid 19 ritornasse a minacciare la popolazione. Il suo ostinato pregiudizio nei confronti dei dipendenti pubblici, però, ha iniziato a turbare anche i deputati dello stesso partito. Tra questi, Elio Vito, appartenente a Forza Italia, non ha nascosto l’imbarazzo nei confronti delle scelte e delle affermazioni di Brunetta.

Anzi, il deputato del medesimo partito ha addirittura firmato la petizione lanciata dal sindacato Usb per richiedere le dimissioni del ministro della Pa, specificamente a seguito delle dichiarazioni sul lavoro agile da casa per i dipendenti pubblici.

Smart Working e fannulloni: la petizione per le dimissioni di Brunetta

“Lo so che pare brutto, è del mio partito, ma francamente ho firmato la petizione per le dimissioni da Ministro di Brunetta“. Ciò è quanto annunciato sulla piattaforma Twitter dal deputato di Forza Italia, Elio Vito. La petizione sarebbe stata una giusta reazione, dunque, scaturita dalle ultime dichiarazioni del ministro Brunetta, capaci di “gettare fango contro le lavoratrici e i lavoratori pubblici impiegati nello Smart Working”.

Infatti, poche ora prima, Brunetta aveva etichettato fannulloni tutti i dipendenti pubblici, che scelgono il lavoro agile, ai microfoni di Skytg24. “Vaccini e presenza piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino sulla bottiglia del latte a fare finta di fare smart working. Perché diciamocelo è far finta di lavorare da remoto, a parte le eccezioni che ci sono sempre”.

Le reazioni dei sindacati e della politica

Ciò ha suscitato critiche e sgomento anche nella maggioranza di governo, oltre che per alcuni deputati dello stesso partito.  Anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, cercando di raffreddare i toni, ha invitato a non demonizzare un nuovo metodo lavorativo capace di aiutare. “É una grande occasione che può essere colta anche dal Mezzogiorno”.

Le parole del ministro della Pa hanno scosso anche il Segretario nazionale di Flp, Federazione dei Lavoratori Pubblici e Pubbliche Funzioni, Marco Carlomagno, impegnato in prima linea in questa folle guerra sullo Smart Working, in difesa dei lavoratori pubblici.

“Ancora una volta si è superato il segno e Brunetta conferma il suo primato: essere considerato, a ragione, dalle lavoratrici e dai lavoratori pubblici il peggior Ministro della PA di sempre” ha affermato Carlomagno.

Flp in prima linea a difesa dei dipendenti pubblici

“Affermazioni che la dicono lunga su come Brunetta la pensi sul lavoro agile e quale considerazione e rispetto abbia nei confronti delle centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno servono lo Stato, nonostante i danni che lui, proprio lui, ha provocato in questi anni bloccando da Ministro i contratti di lavoro, tagliando le risorse della contrattazione decentrata destinate a remunerare la produttività, negando il diritto alla carriera e alla valorizzazione del personale, impoverendo l’efficienza delle Amministrazioni con il blocco delle assunzioni, l’aumento della precarizzazione del lavoro, la scellerata politica delle esternalizzazioni e delle consulenze super pagate”, prosegue il Segretario Carlomagno.

“Il ministro rilancia la sua ossessione con la definizione di una nuova categoria, i cosiddetti “fannulloni 4.0”, coloro che avrebbero approfittato del lavoro agile emergenziale di questi due anni per non fare nulla. Affermazioni che dimostrano l’inaccettabile pregiudizio nei confronti di una modalità lavorativa  moderna, capace di coniugare la conciliazione vita lavoro con l’innovazione dei processi lavorativi e la definizione di politiche per obiettivi che costituiscono uno dei punti cardine della modernizzazione delle Amministrazioni, superando l’arcaico concetto basato sulla mera presenza fisica come fattore di efficienza del lavoro pubblico”.

“Brunetta conferma di non conoscere le Amministrazioni e lo fa con dichiarazioni in libertà, non veritiere, che ancora una volta offendono gravemente dignità e professionalità di milioni di lavoratori” afferma il segretario che prosegue “affermazioni tanto più quando rese da chi dovrebbe rappresentare la Pubblica amministrazione nel nostro Paese”.

“Se si vogliono raggiungere i risultati che l’attuazione del PNRR richiede, e che vede il personale delle Pubbliche Amministrazione in prima linea per il raggiungimento degli ambiziosi e qualificanti obiettivi prefissati – conclude il Segretario della Flp – è necessario, senza  ulteriore indugio, che venga rimossa questa criticità, essendo venuto meno, in maniera indubitabile, il necessario rapporto di fiducia e di rispetto per il lavoro svolto, che è condizione per affrontate le sfide dei prossimi mesi, con serenità, senza che ogni giorno si venga offesi e denigrati”.