Il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa, lascia la festa di celebrazione per il centenario della Rai e la motivazione riguarda l’assenza del suo storico programma. Il conduttore ha mostrato indignazione verso la celebrazione che ha deciso di non menzionare il suo programma, che va in onda da oltre 25 anni. Andiamo a scoprire tutti i dettagli.
Bruno Vespa lascia la festa Rai per i 100 anni
Il conduttore e giornalista Bruno Vespa ha scelto di rendere pubblica la sua protesta attraverso una lettera inviata al portale Dagospia. Nella lettera, il conduttore racconta la sua esperienza durante la serata di celebrazione e il motivo che lo ha spinto a lasciare l’evento prima della conclusione.
Ieri sera al Palazzo dei Congressi ho abbandonato la celebrazione dei 100 anni della radio e dei 70 della televisione indignato per il trattamento riservato a Porta a Porta.
Il giornalista ha messo in risalto come, durante la serata, siano stati omaggiati programmi storici e personaggi del panorama televisivo italiano, tra cui il Tv7 di Sergio Zavoli, Quark di Piero Angela, il Mixer di Giovanni Minoli e Chi l’ha visto?, condotto da Federica Sciarelli.
Tuttavia, ciò che lo ha colpito maggiormente è stata la totale mancanza di menzione per Porta a Porta, un programma che, per Vespa, ha rappresentato una parte significativa della storia televisiva italiana.
La storia di Porta a Porta
Porta a Porta, in onda dal 1996, è giunto quest’anno alla sua trentesima stagione, accumulando oltre 3.462 episodi. Soprannominato “la terza camera”, il programma ha avuto un impatto notevole nel panorama dell’informazione televisiva, affrontando temi di rilevanza sociale e politica.
Nella sua lettera, Vespa ha sottolineato la mancanza di rispetto nei confronti del suo programma, affermando: “Non una parola, né un’immagine sui 30 anni di Porta a Porta.”
In conclusione, Vespa ha criticato l’atteggiamento della Rai, sostenendo che, nonostante i cambiamenti nel panorama televisivo, “l’anima profonda della Rai resta sempre dalla stessa parte.”
La sua uscita dalla celebrazione ha sollevato domande sulla visibilità e il riconoscimento dei programmi storici all’interno del servizio pubblico, e il conduttore ha chiaramente fatto sentire la sua voce in merito a una questione che considera di fondamentale importanza.