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Il 27 maggio del 1944 nasce Bruno Vespa, padrone di casa del talk show “Porta a Porta”

Bruno Vespa è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo tra i più famosi del piccolo schermo italiano. Conosciuto dal grande pubblico come il padrone di casa del talk show “Porta a Porta”, considerato una delle principali sedi del dibattito politico italiano. Vespa si è distinto anche come giornalista raccontando soprattutto la scena politica degli anni Settanta e Ottanta. È autore di moltissimi libri ed è stato insignito con numerosi Premi e Telegatti. Fra i suoi titoli di maggior successo, sempre ai vertici delle classifiche, citiamo: “E anche Leone votò Pertini”, “Intervista sul socialismo in Europa”, “Telecamera con vista”, “Il cambio”, “Il duello”, “La svolta”, “La sfida”.

27 maggio 1944: nasce Bruno Vespa, ideatore e conduttore di “Porta a Porta”

Nato il 27 maggio 1944 a L’Aquila, i suoi genitori si sono sposati il 24 luglio 1943 – il giorno prima della caduta del fascismo – e ha un fratello minore, Stefano Vespa, identico a lui. Da bambino è stato vittima di bullismo e il suo maestro non solo non lo protesse, ma si dimostrò completamente dalla parte del bullo. «Il figlio di una persona molto importante mi perseguitava. Mio padre protestò, ma il maestro era completamente dalla parte del mio compagno», ha rivelato a “Verissimo”.

Gli esordi

Vespa esordì giovanissimo come collaboratore per la stampa locale abruzzese: a sedici anni era autore di articoli sportivi per la sede aquilana del quotidiano “Il Tempo”. Nel 1962, a diciott’anni, divenne cronista radiofonico alla RAI e nel 1968 conseguì alla SapienzaUniversità di Roma la laurea in Giurisprudenza (con una tesi sul diritto di cronaca) e si classificò al primo posto in un concorso nazionale per radiotelecronisti. Fu quindi assegnato alla redazione del Telegiornale unificato e poi, dal 1976, del Tg1 di cui diventò inviato speciale. Nel 1969, in diretta, diede la notizia che Pietro Valpreda sarebbe stato il colpevole, anziché l’accusato, della strage di Piazza Fontana. Di ciò si è pentito pubblicamente.

Gli anni Settanta

Intervistò i principali personaggi della politica degli anni settanta e ottanta. Si ricorda in particolare un’intervista del 1977 all’arcivescovo di Cracovia, cardinale Karol Wojtyła, futuro Papa Giovanni Paolo II. Lo stesso cardinale, divenuto Papa, gli telefonò in diretta nel 1998 durante la trasmissione “Porta a Porta” dedicata al ventennale del suo pontificato.

Nel 1977 fu conduttore, insieme ad Arrigo Petacco, della rubrica televisiva di attualità “Tam Tam”; nel 1978 diede la notizia in diretta, nel corso di una edizione straordinaria del TG1 del pomeriggio del 9 maggio, del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro; nello stesso anno divenne conduttore di “Ping Pong”, programma giornalistico con ospiti in studio, una sorta di precursore di “Porta a Porta”.

Gli anni Ottanta

La sera del 2 agosto 1980 fu il primo a dare in diretta la notizia che la strage alla stazione di Bologna non era frutto di un incidente, come si era creduto fino a quel momento (e riportato dalle prime edizioni di tutti i giornali), ma di un attentato compiuto con una bomba di cui Vespa mostrò per primo il cratere.

Nel mese di giugno del 1984 fu il commentatore ufficiale per il Tg1 dei funerali del segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer, in diretta da Piazza San Giovanni a Roma.

Gli anni Novanta

Nel periodo della crisi Iraq-ONU (agosto 1990-gennaio 1991) fu l’unico giornalista italiano a intervistare Saddam Hussein, nonostante il parere ufficiale contrario del governo italiano. Dal 1990 al 1993 fu direttore del TG1.

Dal 1996 conduce il programma di approfondimento culturale, politico e di attualità “Porta a Porta”, considerato una delle principali sedi del dibattito politico italiano tanto da essere stato ironicamente definito, dall’ex-premier e senatore a vita Giulio Andreotti, “la terza camera del parlamento italiano”.

Gli anni Duemila

È qui che cinque giorni prima delle elezioni politiche italiane del 2001, l’8 maggio 2001, Silvio Berlusconi, allora capo dell’opposizione, firmò il cosiddetto “Contratto con gli italiani”.

Il 3 aprile 2006 è stato il moderatore del secondo confronto televisivo elettorale tra il leader del centrosinistra Romano Prodi e il Presidente del Consiglio uscente Silvio Berlusconi. Il 6 aprile 2009 conduce uno speciale di “Porta a Porta” sul terremoto del 2009 che ha colpito l’Abruzzo: lo speciale viene aperto con un servizio dello stesso Vespa che racconta, dal suo personalissimo punto di vista, i danni creati dal terremoto a L’Aquila, sua città natale.

In occasione del 15 settembre 2009 conduce uno speciale di “Porta a Porta” sulla consegna delle case ai terremotati dell’Abruzzo, suscitando le ire dell’opposizione di centro-sinistra, che accusano il giornalista di aver fatto “propaganda” nei confronti del governo Berlusconi. In realtà, le case furono costruite a tempo di record: Vespa ha sempre sostenuto con molti altri che la gestione dell’emergenza fu eccellente, mentre la ricostruzione del centro storico presenta ancora all’inizio del 2012 fortissimi ritardi.

Dal 2010 in poi

Nel 2009, nel 2010 e nel 2011 conduce le serate del Premio Campiello. Nel 2011 ha condotto insieme a Pippo Baudo il varietà “Centocinquanta”, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Nello stesso anno ha vinto il premio Saint Vincent alla carriera dopo averlo vinto due volte (1978 e 2000) per la televisione. Vince anche il Premio Estense alla carriera.

Nel 2010, insieme al figlio Federico, inizia una collaborazione saltuaria con RTL 102.5 dove i due conducono un programma di approfondimento della fascia mattutina intitolato “Non Stop News: Raccontami”.

Dal 2014 al 2019 è stato direttore di “QN-Quotidiano Nazionale” (consorzio che riunisce i tre quotidiani “La Nazione”, “Il Giorno” e “Il Resto del Carlino”). Continua, ad oggi, a scrivere per queste tre testate, oltre a essere editorialista dei quotidiani “Il Mattino” e “Il Gazzettino”.

Vita privata

Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa.

È sposato dal 1975 con la magistrata Augusta Iannini (L’Aquila, 22 gennaio 1950), capo dell’ufficio legislativo del Ministero della giustizia e nominata membro dell’Autorità Garante della Privacy, da cui ha avuto i figli Federico (Roma, 25 febbraio 1979), giornalista di RTL 102.5 e Alessandro, avvocato d’affari.

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