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Budapest, il padre di Ilaria Salis: “L’ambasciata in Ungheria sapeva di mia figlia in catene”

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Ilaria Salis

Su istruzioni del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato questa mattina al Ministero degli Esteri l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria.

“Nel ribadire la protesta del Governo italiano per le condizioni” in cui Ilaria Salis è detenuta e viene trattenuta nelle udienze, Guariglia “ha espresso la ferma aspettativa del Governo” affinché alla Salis sia accordato “al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere”.

La Farnesina a Budapest per Ilaria Salis

Le scioccanti immagini di ieri di Ilaria Salis, ammanettata in modo indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica, ci lasciano esterrefatti. All’apertura dell’Aula chiederemo subito un’informativa urgente alla Presidente del Consiglio. La gravità della situazione richiede informazioni e interventi immediati. Vogliamo capire se il governo, tramite la Farnesina, già sapeva delle condizioni di Ilaria. Ci auguriamo che Giorgia Meloni metta gli interessi dei cittadini italiani prima di quelli di Orban”. Così all’Ansa Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera.

Il papà denuncia: “L’ambasciata sapeva di mia figlia in catene. “Credo che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria“. Lo ha detto ad Agorà Rai Tre Roberto Salis, il padre di Ilaria, mostrata ieri in catene davanti al tribunale di Budapest.

Di cosa è accusata Ilaria Salis

“Mi pare una risposta gravemente deficitaria rispetto alle domande dettagliate poste dalla Corte d’Appello, a domande molto precise sono state date risposte molto imprecise” sulle condizioni delle carceri in Ungheria. Lo spiega il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser a proposito della relazione arrivata oggi dalle autorità ungheresi per il procedimento davanti ai giudici milanesi che dovranno decidere se estradare o meno in Ungheria il 23enne Gabriele Marchesi, anche lui accusato come Ilaria Salis di aver aggredito dei neonazisti durante una contromanifestazione a Budapest l’11 febbraio 2023. “Insisterò nel chiedere che Marchesi non venga consegnato”, ha detto il pg.

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