Il burnout colpisce il 60% degli oncologi europei, con uno su quattro pronto a lasciare la professione, come rivelato da indagini della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo). L’aumento del carico di lavoro, le pressioni psicologiche e l’esposizione continua alla malattia sono tra le cause principali del fenomeno.
Burnout: colpisce il 60% dei medici oncologi e il 25% lascerebbe la propria professione
Il burnout colpisce duramente gli oncologi europei, con il 60% dei medici che ne soffre e un oncologo su quattro che valuta l’idea di abbandonare la professione. A lanciare l’allarme è la Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), durante il suo congresso a Barcellona, dove ha presentato un pacchetto di 11 raccomandazioni per affrontare questa emergenza.
Le principali cause di burnout tra i medici oncologi includono l’esposizione costante alla morte, l’affaticamento derivante dalla gestione emotiva dei pazienti, l’aumento dei compiti amministrativi e il difficile equilibrio tra vita privata e lavoro. Secondo l’Esmo, queste difficoltà sono state ulteriormente aggravate dalla pandemia di Covid-19, che ha aumentato le pressioni lavorative e i carichi emotivi.
La task force della resilienza di Esmo ha proposto una serie di misure per affrontare questo problema, tra cui maggiori opportunità di formazione, tutoraggio personalizzato, riduzione dei carichi di lavoro e la creazione di ambienti lavorativi più umani e collaborativi. Inoltre, ha evidenziato la necessità di investire nel benessere degli oncologi per prevenire la fuga di personale e garantire la sostenibilità dei servizi oncologici.
Il presidente di Esmo, Andres Cervantes, ha sottolineato l’urgenza della situazione, affermando che il burnout sta diventando un problema globale che può portare a gravi conseguenze per la salute mentale degli oncologi. Senza interventi concreti, la qualità delle cure oncologiche potrebbe risentirne in tutta Europa.