Un trafficante di droga di origini marocchine, già noto alle forze dell’ordine e con numerosi precedenti, è stato recentemente colpito da un provvedimento di sequestro di beni, stimati in circa un milione di euro, da parte della polizia di Varese e su ordine del Questore Carlo Mazza in collaborazione con il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Carlo Nocerino.
Nonostante risultasse formalmente nullatenente, l’uomo viveva in una lussuosa villa di 500 metri quadrati con finiture di pregio, sfarzosi arredi in marmo, e disponeva di auto di lusso e dieci conti bancari. Tutti i beni, però, erano intestati a donne della sua famiglia: moglie, sorella, suocera e figliastra, formalmente prive di entrate e titolari di vari benefici assistenziali tra cui reddito di cittadinanza e indennità di disoccupazione.
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Gli inquirenti hanno scoperto che le donne risultavano intestatarie anche di auto usate dai corrieri della droga e di contratti di locazione per abitazioni che fungevano da depositi per lo stupefacente, configurando un vero e proprio nucleo familiare dedito alla gestione del traffico illecito. Tra i beni sequestrati figurano la villa, altre due proprietà immobiliari, dieci conti bancari e tre automobili, tra cui una BMW di alta gamma.
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L’operazione ha anche rivelato la presenza di due cittadini marocchini irregolari all’interno di una delle abitazioni sequestrate, che ora affrontano un decreto di espulsione. Gli investigatori stanno inoltre indagando sulla sorella del trafficante per comprendere il suo ruolo nel fornire alloggio agli stranieri senza permesso di soggiorno.
Il traffico gestito dall’uomo e dalla sua “impresa familiare” era così strutturato da alimentare il mercato della droga non solo a livello locale, ma anche in altre regioni del Nord e del Centro Italia. Il capo della famiglia, già condannato per spaccio e rapina, era stato recentemente arrestato grazie a un’ordinanza del Tribunale di Busto Arsizio.