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Truffe agli anziani in tutta Italia: sgominata banda a Caivano

Truffa Reggio Emilia denunciati Napoli
Immagine di repertorio
Truffa Reggio Emilia denunciati Napoli

Truffe agli anziani commesse in tutta Italia: è l’accusa alla base di una misura cautelare per 15 persone che i carabinieri di Caivano hanno eseguito in queste ore.

Caivano, sgominata banda specializzata in truffe agli anziani

Il provvedimento, emesso dal gip di Napoli Nord su richiesta della procura, ipotizza per gli indagati l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, truffe ed estorsioni ad anziani.

Al momento sono quindici gli indagati dell’inchiesta: otto sono finiti in carcere, quattro ai domiciliari mentre per altri tre è stata disposta la misura dell’obbligo di dimora. E, secondo i primi accertamenti dei magistrati, la banda si sarebbe avvalsa anche di minorenni per carpire la fiducia delle vittime e poi truffarle.

Da Napoli a Milano: un’organizzazione con una rete nazionale

I colpi sarebbero stati perpetrati in Campania, in vari comuni della provincia di Caserta, oltre che a Napoli e nei comuni limitrofi, ad Avellino e Salerno. Le attività criminose si sarebbero estese anche a Milano, Pesaro, San Giovanni Lupatoto (Verona), San Severino Marche e Novara. I carabinieri avrebbero impedito circa una trentina di furti, arrestando diversi truffatori in flagranza di reato e recuperando denaro e gioielli per un valore complessivo di quasi 200mila euro.

Dalle indagini è emerso che l’organizzazione era ben strutturata, con ogni membro incaricato di un ruolo specifico. I reati contestati comprendono l’associazione a delinquere finalizzata a rapine, truffe ed estorsioni.

I magistrati: “Le truffe agli anziani non sono un fenomeno artigianale”

E a emergere è un fenomeno sempre più professionale: “Questo fenomeno è stato sottovalutato – ha spiegato la procuratrice di Napoli Nord, Antonietta Troncone, che ha coordinato le indagini, nel corso di una conferenza stampa – perché, se pure è noto che gli anziani spesso incorrono purtroppo in questi eventi particolarmente odiosi, si ritiene comunemente che si tratti di un’attività svolta in modo ‘artigianale’, da persone che abitano nei pressi dell’anziano, che conoscono le sue abitudini. Invece, i risultati di questa attività giudiziaria testimoniano l’esistenza di un fenomeno ramificato e che si muove a livello nazionale”.

Nel corso della conferenza stampa sono state mostrate alla stampa delle immagini con le intercettazioni svolte durante le indagini. “Sono agghiaccianti – ha detto Troncone – anche per l’assoluto disprezzo verso gli anziani, alcuni dei quali sono stati anche vittime di violenza”.

La procuratrice ha parlato di una organizzazione che agiva “nel pieno convincimento dell’assoluta impunità” perché “si ritiene che questa attività sia remunerativa ed esente da rischi”. Secondo la procuratrice a incidere nel fenomeno la convinzione che l’anziano “non sia in grado di poter ricordare le fattezze del soggetto intervenuto, che non sia in grado di descriverlo o di riconoscerlo”. Troncone ha quindi evidenziato come ci sia “la necessità di un presidio legislativo più adeguato rispetto alla gravità di questo fenomeno”.

 

 

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