Cronaca

Cala la trasmissibilità della variante Delta: dai dati ora è simile a quella Alfa

Cala la trasmissibilità della variante Delta. Nell’ultimo bollettino della PHE, tuttavia, il suo tasso di attacco secondario è calato a tal punto da risultare di poco superiore a quello della variante Alfa. Ciò significa che presentano una contagiosità simile.

Cala la trasmissibilità della variante Delta

Come riporta “Fanpage”, tra le quattro varianti di preoccupazione del coronavirus SARS-CoV-2 in circolazione, ovvero la Alfa, la Beta, la Gamma, e la Delta, quest’ultima è quella considerata attualmente più minacciosa da esperti e istituzioni.

Secondo gli scienziati diventerà la più diffusa in Europa e negli Stati Uniti entro l’estate. L’ascesa sarebbe principalmente legata a una trasmissibilità sensibilmente superiore rispetto a quella degli altri ceppi circolanti, fino al 60 percento maggiore secondo recenti analisi. Questo calcolo, tuttavia, non è stato ancora suffragato dall’evidenza scientifica e potrebbe nascondere una sorpresa: la contagiosità della variante Delta, infatti, ora sembra essere molto più vicina a quella della variante Alfa.

A far notare questa imprevista “somiglianza” su Twitter è il professor Eric Topol, cardiologo, docente di medicina molecolare, fondatore e direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, in California.

Come spiegato dal professor Topol, il tasso di attacco secondario è un indicatore della trasmissibilità del patogeno. Il nuovo dato suggerisce che al momento, nel Regno Unito, non vi è una differenza così netta tra la contagiosità delle due varianti e che dunque il 60 percento evidenziato dalle precedenti analisi sarebbe un’esagerazione.

Fonte: Fanpage