Riaperture, il Governo discuterà nella cabina di regia prevista per domani o mercoledì, delle nuove modifiche al decreto Covid in vigore dal 26 aprile. La data chiave è quella del 14 maggio: se il monitoraggio di venerdì confermerà la discesa costante della curva epidemiologica, il calendario sarà rivisto e già dal giorno successivo cadrà l’obbligo di isolamento per chi rientra dall’estero. E dal 17 maggio potrebbe slittare di due ore il coprifuoco, da mezzanotte alle 5.
Riaperture, in arrivo un nuovo decreto: il calendario e coprifuoco
Il nuovo percorso per le riaperture anticipate mira ad eliminare dal 21 giugno il divieto di circolazione notturna e a rendere più elastiche le misure all’interno dei locali pubblici, sia pur mantenendo mascherina e distanziamento. In realtà la Lega vuole togliere il coprifuoco già da lunedì prossimo.
La cabina di regia
Le Regioni chiedono di modificare i criteri di valutazione per rimanere in fascia gialla. In particolare vorrebbero dare valore minore all’indice di contagiosità Rt. Attualmente oltre l’1 si entra in fascia arancione, se supera invece l’1,25 scatta la zona rossa. L’ipotesi più concreta è lasciare invariate le soglie, ma agevolare le regioni a rischio che hanno un maggior numero di vaccinati, soprattutto tra gli over 70. In base a questo criterio già venerdì tutta Italia potrebbe essere gialla.
La quarantena
Appare impensabile che gli stranieri decidano di trascorrere le vacanze in Italia dovendo rimanere in isolamento. Di Maio e Speranza hanno già tracciato il percorso per abolire questa regola. Dal 15 maggio chi arriva dai Paesi europei, dal Regno Unito e da Israele non dovrà rimanere cinque giorni in quarantena. All’ingresso in Italia, per poter circolare liberamente basterà avere un certificato che attesti di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid o di aver effettuato un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti.
Dal 15 giugno la stessa regola sarà valida anche per tutti gli altri Stati che avranno un’alta percentuale di persone immunizzate. Il parametro sarà deciso durante la riunione del G7 Salute che si svolgerà il 3 giugno, ma l’orientamento è di fissare la soglia al 65% dei vaccinati. Se per quella data non sarà operativo il «pass verde» europeo, sarà sufficiente la certificazione con uno dei tre requisiti per soggiornare senza ulteriori obblighi.
Consumazioni al bar
Il decreto in vigore dal 26 aprile prevede che bar e ristoranti possano accogliere i clienti, seduti al tavolo, soltanto all’aperto. Dal 1° giugno si potrà stare nei locali anche al chiuso, ma sempre seduti al tavolo: norma che penalizza i bar, dove non è previsto che si possa rimanere all’interno per una consumazione in piedi. L’asporto di cibo e bevande — peraltro con il divieto di stazionare nei pressi del locale — scoraggia i clienti e non agevola la ripartenza vera di queste attività. Ecco perché dal 1° giugno o forse addirittura prima si pensa di consentire l’ingresso libero, mantenendo almeno un metro di distanza tra le persone e indossando la mascherina quando non si mangia e beve.
Le piscine
Altro settore in grave crisi è quello dello sport. Il 15 maggio riaprono le piscine all’aperto e il 1° giugno si potrà tornare in palestra. Ma nessuna data è stata fissata per le piscine al chiuso, con perdite pesanti per circoli sportivi e strutture che non hanno possibilità alternative. L’ostacolo alla ripartenza è il divieto di utilizzo delle docce caldeggiato dagli scienziati, che però si pensa di superare con ingressi limitati negli spogliatoi e obbligo di sanificazione dei locali dopo l’utilizzo di ogni atleta. Se questa regola otterrà il via libera del Comitato tecnico scientifico — che ha già validato i protocolli per tutte le altre attività sportive — è possibile che il 1° giugno tutte le piscine possano tornare a funzionare.
I centri commerciali
Chiedono di poter lavorare nei fine settimana anche i centri commerciali che tuttora non possono stare aperti sabato e domenica, così come negli altri giorni festivi e prefestivi. Sarà la cabina di regia a stabilire la data, ma non è escluso che possa essere il 22 maggio.
I matrimoni
Dopo aver messo a punto linee guida molto rigide per i banchetti di nozze, gli organizzatori di eventi hanno ottenuto il via libera della Conferenza delle Regioni e chiedono al governo di autorizzare i festeggiamenti dopo il parere favorevole del Cts. Il protocollo ricalca infatti le regole già previste all’interno dei ristoranti e non esclude — in caso di un numero alto di invitati — la partecipazione con la certificazione verde. Precauzione che potrebbe convincere l’esecutivo a consentire questo tipo di feste già dal 15 giugno o al massimo dal 1° luglio, quando potranno ripartire fiere e convegni.