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La California dichiara emergenza per l’influenza aviaria: primo contagio umano

La dichiarazione di emergenza fornisce alle autorità statali e locali le risorse di cui hanno bisogno per contenere l’epidemia, tra cui l’assunzione di personale o l’emissione di contratti.

La California dichiara emergenza per l’influenza aviaria

Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’influenza aviaria che sta colpendo i bovini da latte, segnando un chiaro riconoscimento della crescente gravità della situazione. L’annuncio è stato fatto dopo che è stato confermato il ricovero in ospedale di una persona in Louisiana, il primo caso grave di influenza aviaria negli Stati Uniti.

È stato registrato il primo caso grave di influenza aviaria negli Stati Uniti causato dal virus A/H1N, che avrebbe infettato un uomo attraverso il contatto con volatili infetti nel suo cortile. La notizia è stata diffusa dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), osservando in una nota che “non è stata rilevata alcuna trasmissione dell’influenza aviaria H5 da persona a persona. Questo caso – aggiungono – non modifica la valutazione generale dei Cdc sul rischio immediato per la salute pubblica dell’influenza aviaria H5N1, che rimane basso”.

Salto di specie dagli animali agli esseri umani

Non si è verificato, quindi, il temuto salto di specie dagli animali agli esseri umani, un fenomeno in cui un virus muta geneticamente per adattarsi alle cellule umane, dando origine a un contagio da persona a persona. Finora, il virus ha mostrato di poter trasmettersi efficacemente non solo tra gli uccelli, ma anche in alcune specie di mammiferi.

Il salto di specie dagli uccelli ai bovini era stato documentato lo scorso luglio sulla rivista Nature, in seguito a un’analisi genetica del virus coordinata dalla Cornell University di Ithaca. Il paziente ricoverato in Louisiana rappresenta il primo caso grave di influenza aviaria finora registrato, dopo i 61 casi di influenza aviaria diagnosticati in esseri umani negli Stati Uniti a partire da aprile 2024.

Le prime analisi sul genoma del virus rilevato nell’uomo indicano che appartiene al genotipo D1.1, che è stato recentemente trovato negli uccelli selvatici, nel pollame negli Stati Uniti e in alcuni casi umani in Canada, nella Columbia Britannica e nello stato di Washington. Questo genotipo è diverso dal B3.13, identificato nelle mucche da latte, in alcuni casi umani isolati e in alcuni focolai di pollame.

La particolarità di questo caso grave, osservano i Cdc, è nell’indicare comeoltre alle aziende avicole e lattiero-casearie commerciali colpite, anche gli uccelli selvatici e gli allevamenti da cortile possono essere una fonte di esposizione”.

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