Con un voto decisivo, la Camera dei Deputati ha approvato il decreto Sport e Scuola, introducendo significative innovazioni nel sistema educativo italiano. Tra le misure più rilevanti, l’introduzione della figura del docente di italiano per stranieri nelle classi con almeno il 20% di studenti di origine straniera ha suscitato un acceso dibattito. Antonio Caso del Movimento 5 Stelle avverte: “La soglia del 20% rischia di creare classi-ghetto, aggravando le disuguaglianze territoriali.” Ora il provvedimento attende il via libera del Senato, previsto entro il 30 luglio, per diventare legge.
Decreto Sport e Scuola: in arrivo i nuovi docenti di italiano per stranieri
La Camera dei Deputati ha dato oggi il via libera al decreto Sport e Scuola, che passa ora all’esame del Senato. Il provvedimento dovrebbe ricevere l’ok definitivo entro il 30 luglio. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha accolto con entusiasmo l’approvazione del decreto, che introduce importanti novità per migliorare l’inclusività scolastica.
“Tra le tante misure, mi soffermo su due: sostegno e studenti stranieri”, ha dichiarato Valditara. “Attualmente, 85mila docenti di sostegno non sono specializzati. Per risolvere questa carenza, potenzieremo i percorsi di specializzazione attraverso una nuova offerta formativa. Le famiglie, inoltre, potranno chiedere la conferma del docente di sostegno che lavora con il proprio figlio, garantendo così una continuità didattica essenziale, specialmente per gli alunni più fragili.”
Il decreto prevede anche interventi per gli studenti stranieri. “Gli studenti di origini straniere dovranno acquisire una conoscenza adeguata dell’italiano, con corsi obbligatori e docenti dedicati”, ha spiegato il ministro. “La lingua è fondamentale per un’inclusione reale e non solo formale. Il nostro obiettivo è una scuola sempre più inclusiva, con standard qualitativi elevati, dove siano valorizzati i talenti di ogni giovane, indipendentemente dalle condizioni di partenza.”
Le norme specifiche citate da Valditara si trovano rispettivamente agli articoli 8 e 11 del decreto. Per quanto riguarda il sostegno, il decreto stabilisce che, su richiesta della famiglia, un docente abilitato per l’insegnamento agli alunni con disabilità possa essere confermato con priorità nel posto di sostegno, favorendo così la continuità didattica.
La seconda misura riguarda l’assegnazione di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano per le classi con una presenza di studenti stranieri pari o superiore al 20%. Questo docente supporterà gli altri insegnanti e si dedicherà agli alunni che si iscrivono per la prima volta al sistema nazionale di istruzione senza competenze linguistiche di base in italiano.
Con queste iniziative, il governo punta a rendere la scuola italiana più inclusiva e capace di valorizzare i talenti di tutti gli studenti.
Cosa sappiamo del nuovo docente di italiano per stranieri
Secondo quanto si sa finora, i docenti verranno scelti tra quelli della classe di concorso A-23, “Lingua italiana per discenti di lingua straniera”. Il numero degli insegnanti sarà determinato annualmente tramite un decreto del ministero dell’Istruzione, basato sul fabbisogno. Questi docenti entreranno in servizio a partire dall’anno scolastico 2025-2026. Tuttavia, non sono ancora stati definiti dettagli cruciali come il numero di ore di lavoro, i compiti specifici e l’integrazione delle loro attività con quelle degli altri insegnanti.
Le istituzioni scolastiche, per verificare le competenze linguistiche degli studenti stranieri secondo il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER) e per predisporre Piani didattici personalizzati, potranno collaborare con i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA). Tuttavia, queste attività dovranno essere realizzate “nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.
Le risorse per l’attuazione di queste misure derivano dal Programma nazionale “PN Scuola e competenze 2021-2027”. Parte dei fondi sarà destinata a corsi obbligatori di potenziamento didattico in orario extracurricolare per alunni stranieri privi delle competenze linguistiche di base in italiano. Questi corsi inizieranno dall’anno scolastico 2024-2025 e saranno attivati nelle classi con una percentuale di studenti stranieri pari o superiore al 20%.
Critiche e preoccupazioni
Antonio Caso, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera, ha criticato la soglia del 20% di alunni stranieri per classe necessaria per l’attivazione delle misure. Secondo Caso, questo limite potrebbe creare classi-ghetto, specialmente nel Sud Italia, dove il numero di studenti stranieri è generalmente inferiore rispetto al Nord. Il M5S aveva proposto di abbassare questa soglia al 5%, ma l’emendamento è stato respinto.
Caso ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che gli istituti scolastici concentrino gli studenti stranieri in poche classi per raggiungere la percentuale necessaria, compromettendo così una vera integrazione. “Per una migliore integrazione, la soglia del 20% può essere accettabile solo dove ci sono molti alunni interessati. Altrove, si rischia di creare problemi piuttosto che soluzioni,” ha dichiarato Caso.
Docenti di sostegno riconfermati per ‘chiamata diretta’
Un’altra novità del decreto riguarda la conferma dei docenti di sostegno a tempo determinato su richiesta delle famiglie, a partire dall’anno scolastico 2025-2026. Questa norma, prevista dall’articolo 8 del decreto, ha sollevato questioni di costituzionalità sollevate dal M5S, che sono state respinte.
La norma prevede che un docente di sostegno con titolo di specializzazione possa essere riconfermato con precedenza assoluta, su richiesta della famiglia e valutazione del dirigente scolastico, garantendo così la continuità didattica. Tuttavia, la stessa procedura può essere applicata anche ai docenti privi del titolo ma inseriti nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) di II fascia.
Il M5S ha criticato questa disposizione, definendola una “chiamata diretta” che potrebbe essere in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione, in quanto potrebbe favorire l’iniquità nei confronti dei docenti e violare le procedure di reclutamento. “Il coinvolgimento delle famiglie è positivo,” ha detto Caso, “ma i genitori hanno le competenze per valutare gli insegnanti? La decisione finale spetterà al dirigente scolastico, che avrà il potere di confermare un docente senza rispettare le graduatorie, complicando ulteriormente l’organizzazione scolastica.”
Queste misure del decreto, accolte con entusiasmo dal ministro Valditara, hanno dunque suscitato un dibattito acceso e sollevato diverse perplessità, evidenziando la necessità di chiarimenti e ulteriori riflessioni per garantire un’effettiva inclusione e miglioramento del sistema scolastico.