È morto l’uomo che aveva contratto la Candida Auris a Venezia. Il 70enne era stato ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale dell’Angelo di Mestre ed è deceduto nelle scorse ore per una serie di patologie tra cui, appunto, l’infezione da Candida Auris, resistente a quasi tutti gli antifungini e altamente contagiosa. Si trattava del primo caso in Veneto, e ora è anche il primo decesso.
Candida Auris, morto l’uomo ricoverato a Venezia
A quanto pare l’uomo avrebbe contratto il fungo in Kenia dove si trovava per lavoro. Durante la permanenza all’estero ha sofferto di calcoli renali e, per curarsi, si è rivolto a una clinica privata. Ma le sue condizioni sono via via peggiorate, quindi il suo rientro in Italia e il ricovero all’ospedale di Mestre all’inizio del mese. Qui le analisi hanno rilevato la presenza del fungo killer nel corpo dell’uomo, che quasi sicuramente lo ha contratto nella clinica in Kenia.
Si tratta del primo caso certificato in Veneto: nel nosocomio sono scattate tutte le misure di prevenzione del diffondersi dell’infezione e al momento sembra arginata al paziente deceduto. Altamente contagioso, contamina persone e cose ed è resistente agli antibiotici di uso comune. Inoltre, sulle superfici, resiste anche ai disinfettanti perché può formare biofilm.
Cos’è la Candida Auris?
La Candida Auris è un virus molto contagioso, resiste agli antimicotici e ha un elevato tasso di mortalità, in media del 50%.La Candida Auris, come scientificamente si chiama, è infatti un’infezione molto grave, che scorre nel sangue e provoca setticemia. I sintomi più evidenti sono febbre e brividi di freddo.
Come spiega il direttore di Malattie Infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti: “È un lievito che ha iniziato a dare problemi dapprima in Sudafrica ed è un fungo molto resistente agli antibiotici, motivo per il quale è difficile da trattare. È un’infezione che preoccupa e che va monitorata ma tenendo sempre dritta la barra. Negli ospedali vanno attivate da protocollo tutta una serie di azioni per ridurre il fenomeno, perché è correlato alle pratiche ospedaliere e colpisce soprattutto i pazienti più fragili, con un sistema immunitario compromesso da altre patologie. E’ impossibile azzerare il rischio ma il nostro sistema sanitario, come credo il Covid abbia dimostrato, è un buon sistema sanitario”.
Bassetti: “Una folata di vento non fa scuffiare”
A Venezia, dove sono stati diagnosticati anche tre casi di vaiolo delle scimmie, la notizia ha destato apprensione. In rete si legge che la Candida Auris potrebbe dar origine a una nuova pandemia e il livello di attenzione è alto.
“Sicuramente questo fungo è una seria minaccia perché, essendo ad alta diffusibilità e resistente, provoca quadri clinici molto critici e anche mortalità – ammette Bassetti –Ma dire che potrebbe essere la pandemia del futuro è allarmistico. Abbiamo protocolli molto rigidi e la trasmissibilità di questa infezione non è legata a una semplice condivisione di un asciugamano piuttosto che di un indumento. Un caso deve far giustamente accendere una lampadina e far attivare tutte le misure di controllo attivo previste ma non deve destare un’eccessiva preoccupazione. Una folata di vento non fa scuffiare”.
Pur essendo un argomento noto in ambito sanitario, retano ancora poco chiari, come si legge nel sito del Ministero della Salute, i suoi meccanismi di resistenza e “i motivi delle frequenti infezioni verificatesi negli ultimi anni in luoghi diversi del mondo”.