Matteo Salvini vuole tagliare i treni del 15% per ridurre lo stress sulle linee e i guasti. Si tratta di una risposta momentanea ai disagi causati da vari guasti che si sono verificati negli ultimi mesi, sia a nodi ferroviari cruciali come quelli di Roma e Milano.
Caos trasporti tra scioperi e guasti
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sarebbe al lavoro su un piano per ridurre del 15% il numero delle corse ferroviarie italiane. Questa misura rappresenta una soluzione temporanea ai disagi provocati dai numerosi guasti verificatisi negli ultimi mesi, sia in nodi ferroviari strategici come quelli di Roma e Milano, sia in aree più periferiche della rete nazionale.
Uno dei problemi principali della rete ferroviaria italiana è il numero eccessivo di treni in circolazione. Lo sviluppo delle infrastrutture e dei binari è stato piuttosto lento negli ultimi decenni, con l’eccezione dell’alta velocità, mentre il numero di treni e di passeggeri è aumentato considerevolmente.
Salvini vuole tagliare il numero dei treni
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti starebbe valutando la possibilità di ridurre del 15% il numero delle corse ferroviarie italiane. L’iniziativa, supportata dal ministro Matteo Salvini e dal suo vice Edoardo Rixi, ha l’obiettivo di alleviare i disagi che la rete ferroviaria sta attraversando negli ultimi mesi.
A partire dall’estate, guasti rilevanti nei nodi cruciali della circolazione hanno messo in difficoltà l’intero sistema dei trasporti nazionali. In ottobre, i disagi hanno coinvolto Roma, mentre all’inizio di gennaio si sono ripetuti a causa di un problema alla stazione Centrale di Milano.
Resta da valutare la fattibilità di questa proposta. Il mercato ferroviario è libero, con la presenza di aziende private come Italo e, tra poco, Arenaways, che potrebbero richiedere indennizzi per i ricavi mancati. Inoltre, Trenitalia, che gestisce anche numerose imprese regionali, subirebbe danni economici considerevoli.
Tagliare le corse risolverà il caos dei trasporti?
Le cause dei ripetuti problemi alla rete ferroviaria italiana, sia quelli di portata maggiore che quelli più piccoli e quotidiani, sono molteplici e si dividono in fattori strutturali e congiunturali. Dal punto di vista strutturale, le infrastrutture ferroviarie italiane non sono sufficienti a sostenere il volume di traffico che le percorre. Le linee tradizionali seguono ancora i tracciati progettati durante l’ultima grande fase di investimenti nel settore, negli anni ’60.
Negli ultimi decenni, gli interventi sono stati limitati, se si esclude la realizzazione della linea ad alta velocità che collega le principali città italiane, mentre l’interesse da parte del pubblico e delle aziende per i viaggi in treno è aumentato. Un numero maggiore di passeggeri ha comportato l’introduzione di più treni e un conseguente sovraccarico dei binari.
Inoltre, ci sono fattori specifici che hanno peggiorato la situazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha portato ingenti investimenti sulle ferrovie, ma questi hanno comportato l’apertura di numerosi cantieri in tutto il Paese. Sebbene necessari, questi lavori hanno ridotto ulteriormente la disponibilità di binari, complicati anche dalle scadenze ravvicinate per l’utilizzo dei fondi europei.
La proposta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrebbe dunque alleviare i disagi, ma comportare anche effetti collaterali. Una riduzione delle corse potrebbe portare ad un aumento dei prezzi dei biglietti da parte delle aziende, per compensare le perdite. Molti passeggeri potrebbero trovarsi costretti a cercare alternative, come l’automobile, se le corse che usano quotidianamente venissero cancellate. Questo trasferirebbe il problema dalla rete ferroviaria a quella stradale e autostradale, dove si registrerebbe un aumento del traffico.