La Dervit Spa rivestiva un ruolo di monopolio, operando all’interno di un sistema illecito che coinvolgeva direttamente il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri. Le indagini hanno rivelato la sua costante ingerenza nelle procedure di affidamento dei lavori pubblici, con l’obiettivo di garantire l’aggiudicazione delle gare ad aziende a lui vicine, disposte a ricompensarlo con vari benefici.
Come si legge nell’ordinanza cautelare che ha portato all’arresto di Alfieri e agli arresti domiciliari di sua sorella Elvira, responsabile della società Alfieri Impianti, sono stati coinvolti anche altri attori di rilievo: Andrea Campanile, dipendente comunale e braccio destro del sindaco, Carmine Greco, dirigente tecnico del Comune, e i vertici della Dervit, tra cui Vittorio De Rosa (legale rappresentante) e Alfonso D’Auria (procuratore speciale) come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Capaccio Paestum, il caso del sindaco Alfieri e il ruolo della Dervit Spa
Nell’ordinanza, firmata dal gip Valeria Campanile del Tribunale di Salerno, si parla di una “sistematica violazione dei principi di rotazione delle gare“. In una conversazione intercettata, un imprenditore indicava Alfieri come la fonte dei privilegi di cui godeva la Dervit. Nel corso della stessa intercettazione, l’interlocutore, parlando con un imprenditore estromesso, esprimeva perplessità, affermando: “Non puoi far vincere sempre quella ditta. Ovunque vai, è sempre la stessa… così fai venire il sospetto”.
Le accuse riguardanti il controllo monopolistico di Alfieri trovano ulteriore conferma nelle dichiarazioni rilasciate a febbraio da Carmelo Pagano, ex consigliere comunale e presidente del Consiglio comunale, nonché assessore fino al 2018. Pagano ha dichiarato: “Sono stato uno dei promotori della candidatura di Franco Alfieri a sindaco di Capaccio, decisione di cui mi pento, poiché Alfieri controlla e determina ogni decisione che riguarda la vita amministrativa dell’ente, specialmente in materia di appalti pubblici”.
Pagano ha inoltre raccontato di come, durante il suo mandato come presidente del Consiglio comunale, si fosse spesso trovato a interagire con la Dervit, che avanzava richieste che avrebbero comportato spese per l’ente locale: “Richieste che raramente l’amministrazione riteneva opportune, necessarie o vantaggiose per l’Ente. Con l’elezione di Alfieri a sindaco, però, il sistema è cambiato radicalmente, e tutte le richieste della Dervit sono state accolte, comportando un esborso significativo per il Comune”.
Il ruolo di Campanile
Pagano ha inoltre riferito come Campanile, “sebbene avesse un profilo di scarso rilievo, sia diventato sorprendentemente protagonista della vita politica e amministrativa dell’ente, al punto che consiglieri, dirigenti e assessori facevano riferimento a lui“. Parlare con Campanile o ricevere indicazioni da lui era, di fatto, equivalente a parlare con Alfieri stesso.
Durante le perquisizioni condotte dalla Guardia di Finanza di Salerno e dal Gruppo di Eboli, è emerso che alcuni documenti creati da Project Dervit, trovati sul computer dell’ingegnere Greco, erano perfettamente corrispondenti al documento ufficiale pubblicato sul sito del Comune ben prima del 3 ottobre 2022, data in cui fu inviata la lettera d’invito alla procedura negoziata a cinque aziende. Questo, secondo le accuse, dimostra che l’esito della gara era già stato deciso in anticipo, con la vittoria assicurata alla Dervit.