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Capaccio Paestum tra dimissioni di Alfieri e commissariamento: si torna al voto nel 2026?

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Immagine di repertorio

Le dimissioni di Franco Alfieri dalla carica di sindaco di Capaccio Paestum segnano la fine di un’era amministrativa e aprono una fase di transizione per il Comune.

La decisione, maturata dopo il rigetto della richiesta di revoca degli arresti domiciliari da parte della Corte di Cassazione, ha innescato un acceso confronto politico tra maggioranza e opposizione, con reazioni contrastanti e scenari ancora incerti come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Capaccio Paestum, cosa succede dopo le dimissioni di Franco Alfieri

Maria Antonietta Di Filippo, sindaco facente funzioni dopo la sospensione di Alfieri, ha espresso rispetto per la scelta dell’ex primo cittadino e difeso l’operato dell’amministrazione negli ultimi mesi: “Siamo stati accusati di immobilismo, ma abbiamo lavorato senza sosta per garantire il riequilibrio di bilancio e completare le opere avviate da Alfieri. Il nostro impegno è stato costante”.

Rispondendo alle critiche ricevute nelle ultime settimane, Di Filippo ha ribadito la determinazione con cui ha portato avanti il suo incarico: “Non sono mancati gli attacchi, ma posso garantire che l’amministrazione non si è mai fermata. Alcuni dipendenti comunali mi hanno persino ringraziato per il lavoro svolto. Non l’ho vissuto come un sacrificio, ma come un dovere nei confronti di Alfieri, della comunità e dell’ente comunale”.

Tuttavia, ha escluso qualsiasi ipotesi di continuare a guidare l’amministrazione: “Non proseguirò. Abbiamo ancora 20 giorni prima che il prefetto nomini un commissario, a meno che qualcuno non decida di dimettersi prima, facendo cadere il Consiglio comunale”.

La data chiave è il 24 febbraio: se entro questa scadenza la maggioranza dei consiglieri non dovesse rassegnare le dimissioni, il Comune tornerà alle urne solo nel 2026. Di Filippo ha inoltre criticato il consigliere Antonio Scariati, reo di aver diffuso una nota pubblica senza confrontarsi con il resto della maggioranza: “Un’azione isolata, arrivata appena due ore prima di una riunione convocata per discutere la situazione. Eppure ci vedevamo ogni giorno per parlarne”.

L’opposizione attacca: “Dimissioni tardive”

Le dimissioni di Alfieri non hanno placato le critiche dell’opposizione, che contesta la gestione degli ultimi mesi. Carmine Caramante, già candidato sindaco, ha definito la decisione “tardiva” e ha parlato di un’eredità amministrativa fallimentare: !Non si tratta di un atto politico, ma di una scelta obbligata. Alfieri avrebbe dovuto dimettersi già il 4 ottobre, quando era in carcere a Fuorni. Per quattro mesi Capaccio Paestum è stata tenuta in ostaggio”.

Dello stesso avviso Emanuele Sica, consigliere comunale di minoranza, che chiede un rapido ritorno alle urne: “Questa decisione arriva troppo tardi. Ora la parola deve tornare ai cittadini. Il futuro è adesso”.

Lo scenario futuro

Con le dimissioni ufficializzate, si apre ora una fase di transizione per Capaccio Paestum. Se il Consiglio comunale non decadrà prima, il prefetto nominerà un commissario straordinario che guiderà il Comune fino alle prossime elezioni.

L’attenzione resta alta sugli sviluppi politici e amministrativi: il futuro della città è nelle mani di chi dovrà raccogliere l’eredità di Alfieri e rispondere alle esigenze della comunità, in un clima di incertezza e tensione.

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