Un imprenditore agricolo della provincia di Lodi è indagato per caporalato. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lodi ed eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lodi, con la collaborazione di ispettori dell’Inps, hanno fatto scattare il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per la durata di un anno.
Caporalato a Lodi, braccianti costretti a turni massacranti: indagato imprenditore
Lo sfruttamento durato dal 2017 al 2023 è emerso da un’inchiesta condotta dalla Finanza con gli ispettori dell’Inps, coordinati dai pm Giulia Aragno e Aurora Stasi della procura lodigiana guidata da Maurizio Romanelli. In questi sei anni sarebbero stati impiegati irregolarmente 1.054 lavorator, con un’evasione contributiva e fiscale di circa 3 milioni di euro.
L’uomo, indagato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, non potrà esercitare l’attività imprenditoriale per un anno. Come è emerso dai primi accertamenti ai lavoratori, quasi tutti extracomunitari, venivano ore di lavoro molto superiori alle 169 mensili previste dal Ccnl.
Nei mesi di raccolta erano costretti a lavorare sino a 512 ore al mese. In media trascorrevano nei campi il doppio delle ore previste dal Ccnl, senza avere ferie, permessi o riposi. Inoltre, dovevano pagare l’affitto (che veniva decurtato dallo stipendio) per vivere in condizioni degradanti e sovraffollate. Le strutture utilizzate dai braccianti come dormitori erano allestite sui campi coinvolti e sono state scoperte nel corso di un sopralluogo.