Caserta, Cronaca Caserta

Alta tensione nel carcere di Aversa, lite tra detenuti e celle distrutte: “Sicurezza compromessa”

foto di repertorio

Alta tensione nel carcere Filippo Saporito di Aversa a causa di una lite tra detenuti culminata con la devastazione delle celle. A lanciare l’allarme è il Sappe che chiede interventi immediati per gestire i ristretti con disturbi psichiatrici: “Sicurezza compromessa”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Tensione nel carcere di Aversa, lite tra detenuti e celle distrutte

La situazione nel carcere “Filippo Saporito” di Aversa è degenerata in una giornata segnata da tensioni e violenze tra i detenuti, che hanno portato a gravi danni alle celle. Solo l’intervento tempestivo della polizia penitenziaria ha impedito un ulteriore deterioramento della situazione. Raffaele Munno, vicesegretario per la Campania del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), ha lanciato l’allerta, definendo l’episodio come un’ulteriore prova delle difficoltà del sistema carcerario italiano. «Un’aggressione tra detenuti è inaccettabile, un atto vile che contrasta con l’obiettivo di risocializzazione all’interno del carcere».

La denuncia

«Quanto accaduto ad Aversa è un vero e proprio scandalo da condannare senza riserve», afferma Munno, evidenziando la serietà della situazione. L’incidente di Aversa, che non è un caso isolato, si inserisce in un contesto più ampio di crisi che affligge il sistema carcerario italiano. Come sottolinea Tiziana Guacci, segretaria regionale del Sappe, «ciò che sta accadendo nelle carceri regionali, tra suicidi, aggressioni, risse ed evasioni, è di una gravità inaudita. Questa è la diretta conseguenza di anni di politiche irresponsabili che hanno compromesso la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari. Oggi, il sistema, sia per adulti che per minori, si sta sgretolando davanti ai nostri occhi». Le critiche non si limitano solo alla questione della sicurezza. Un problema crescente, evidenziato dal leader nazionale del Sappe, Donato Capece, è l’aumento dei detenuti con disturbi psichiatrici, una questione che coinvolge anche il carcere di Aversa.

«Questa situazione di emergenza è il risultato della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, una riforma che non ha previsto alternative valide. Gli agenti di polizia penitenziaria, non adeguatamente formati, si trovano a dover gestire individui con gravi problemi mentali, il che aumenta il rischio di incidenti critici». Capece sottolinea come questa riforma sia stata respinta anche dalla Corte costituzionale, evidenziando la sua inadeguatezza. Conclude lanciando un appello alle istituzioni affinché si intervenga con urgenza per evitare che episodi come quello di Aversa diventino la norma. «È necessario un cambiamento nelle politiche di sicurezza all’interno delle carceri. Il regime aperto, la vigilanza dinamica e la mancanza di agenti di polizia penitenziaria hanno contribuito all’aumento di eventi critici». Gli operatori richiedono soluzioni immediate per garantire la sicurezza sia dei detenuti che del personale.

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