Il carcere di Carinola come una piazza di spaccio: la polizia penitenziaria ha scovato e sequestrato più di un chilo di hashish destinato ai detenuti. Lo stupefacente, arrivato nel penitenziario attraverso un drone, era occultato in una borsa frigo all’interno di un congelatore presente nei luoghi comuni. A rendere noto l’accaduto Tiziana Guacci, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Carcere di Carinola: sequestrato hashish destinato ai detenuti
Continua, incessante, l’azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria di Carinola, nel Casertano.
L’ultimo grave episodio lo denuncia Tiziana Guacci, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Grande operazione da parte delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria nell’istituto di Carinola: sono infatti stati ritrovati più di un kg di hashish durante la perquisizione ordinaria. Il tutto è iniziato domenica pomeriggio quando la poliziotta di servizio alla portineria sentiva un rumore simile a quello che rilascia un drone, che infatti veniva visto in volo all’interno dell’istituto. Subito sono scattati i controlli da parte del personale in servizio, ma il drone era già sparito nel nulla. Presumibilmente aveva già effettuata la sua consegna. Avvertito telefonicamente il comandante, ci si è subito adoperati per organizzare la perquisizione e ritrovare la presunta merce trasportata dal drone. Infatti, nella perquisizione mattutina organizzata nei minimi dettagli sono riusciti a ritrovare poco più di un chilo di hashish ben occultata in una borsa frigo all’interno di un congelatore presente nei luoghi comuni”.
La sindacalista evidenzia, infine, che “l’operazione assume un significato particolare in questo delicatissimo momento, per un corpo di Polizia che professionalmente opera nella società e per la società, ed è la testimonianza che la Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”.
Il commento di Donato Capece
“E’ un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”, commenta Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria. “Il SAPPE esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi, nonostante il personale in servizio presso il penitenziario di Carinola è sotto organico, ha intensificato la propria attività di intelligence; quindi, è doveroso un ringraziamento a tutte le unità in servizio c/o le varie unità operative per il sacrificio quotidiano al servizio della Nazione”.
“Al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rinnovo la richiesta di interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica di ultima generazione per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o ogni altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”, conclude il leader del SAPPE, che ai vertici regionali e ministeriali dell’Amministrazione Penitenziaria chiede un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere d Carinola rappresentano lo Stato, ovvero gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”.