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Spedizione punitiva in carcere: lobo tagliato e braccio rotto a detenuto ad Avellino

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Immagine di repertorio

Violenza nel carcere di Bellizzi, ad Avellino. Due agenti della Penitenziaria sono stati picchiati e un detenuto è stato gravemente ferito da altri carcerati. Le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria sono in stato di agitazione.

Un detenuto è stato aggredito nel carcere di Avellino

Una spedizione punitiva in piena regola. Forse un regolamento di conti tra bande per ottenere la leadership nell’istituto. Su queste ipotesi punta l’attenzione la Procura di Avellino per fare luce sull’accoltellamento di un detenuto nel carcere di Bellizzi. Si tratta di un 25enne napoletano che ora lotta tra la vita e la morte. È ricoverato in rianimazione all’ospedale Moscati del capoluogo irpino. Almeno dieci gli aggressori: tutti reclusi nella stessa sezione della casa circondariale avellinese.

Un detenuto è stato colpito da altri reclusi, i quali gli hanno amputato il lobo di un orecchio e gli hanno fratturato un braccio. Inoltre, due agenti della Polizia Penitenziaria sono stati sequestrati e malmenati. L’incidente è avvenuto nella serata di ieri, 22 ottobre, e a rendere pubblica la notizia è stato Maurizio De Fazio, sindacalista dell’Uspp Campania. Secondo quanto riportato, si sarebbe trattato di una sorta di operazione di vendetta, i cui motivi sono ancora in fase di indagine.

Due agenti penitenziari sono stati rapiti e aggrediti, e le chiavi delle celle sono state loro sottratte. Per diverse ore, il carcere è stato sorvegliato dalle forze dell’ordine, e la situazione è tornata alla normalità solo a tarda notte, grazie all’intervento della Polizia di Stato e dei Carabinieri che hanno assistito il corpo della Penitenziaria.

L’uomo ferito è stato trasportato in ospedale. Per De Fazio “va subito ristabilito l’ordine e la sicurezza interna del carcere di Bellizzi, soprattutto con il trasferimento dei detenuti riottosi”. Nella carcere dell’Avellinese, fa sapere il sindacato, c’è un deficit di personale di 60 unità, circostanza che contribuisce in negativo alla sicurezza sia per i detenuti sia per gli stessi poliziotti in servizio nella struttura.

I sindacati

Le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria sono in stato di agitazione. Richiedono interventi immediati per affrontare quella che definiscono “emergenza Avellino”. Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti, rispettivamente segretario regionale e presidente dell’Uspp, affermano che quanto accaduto è “dovuto alla vulnerabilità del sistema di sicurezza del carcere, una situazione già denunciata più volte ai vertici dell’amministrazione penitenziaria”.

Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, denuncia un “abbandono del personale”. Secondo il Sappe, “le carceri campane sono sotto il controllo dei criminali”. Orlando Scocca del Sinappe esorta a nominare un comandante della Polizia penitenziaria per l’istituto avellinese. “Il personale penitenziario non è stato assunto per ingaggiare una guerra dentro le carceri, oppure si deve trovare il coraggio di rivedere le regole di ingaggio”, accusa Aldo Di Giacomo, del sindacato Spp.

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