Sono stati approvati due emendamenti al decreto Omnibus che mirano a contrastare la pirateria televisiva riguardante gli eventi sportivi. Nel focus della legislazione ci sono anche i fornitori di servizi VPN e coloro che offrono servizi DNS.
Carcere per chi non segnala i siti pirata, ok alla stretta anti-pezzotto
Nuove imposizioni per i fornitori di servizi VPN e per i provider DNS. Sono previste pene fino a un anno di reclusione. Questo è quanto stabiliscono i due emendamenti contro la pirateria televisiva riguardante eventi sportivi, approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato nell’ambito del dl Omnibus. I due emendamenti, presentati dai senatori Dario Damiani (FI), Guido Quintino Liris e Antonella Zedda (FdI), impongono da un lato ai “fornitori di servizi VPN e ai provider DNS di pubblico accesso” l’obbligo di bloccare l’accesso ai contenuti distribuiti in modo illegale.
Dall’altro lato, richiedono a tutti i fornitori di servizi internet che “hanno conoscenza” di comportamenti penalmente perseguibili di segnalarli prontamente all’autorità giudiziaria o alla polizia, “fornendo tutte le informazioni disponibili” e indicando “un punto di contatto” per comunicazioni dirette. In caso di “mancata segnalazione” e “comunicazione” da parte dei fornitori di servizi, è prevista una pena “fino a un anno di reclusione”, come riportato nell’emendamento.
Stretta anche sui fornitori extra Ue
Inoltre i fornitori di servizi che “non sono stabiliti nell’Ue ma che offrono servizi in Italia devono designare per iscritto” una persona fisica o giuridica che “funga da loro rappresentante legale in Italia“. Oltre alla reclusione, si applicano anche le sanzioni pecuniarie previste per delitti informatici e trattamento illecito di dati.