L’uscita anticipata di Carlos Tavares dal ruolo di amministratore delegato di Stellantis, avvenuta un anno prima della scadenza del contratto prevista per la primavera del 2026, ha sollevato un’ondata di polemiche. Secondo indiscrezioni, l’accordo di risoluzione prevederebbe una buonuscita di circa 100 milioni di euro, un importo influenzato proprio dalla decisione di lasciare in anticipo. Stellantis non ha confermato ufficialmente le cifre. Intanto, il titolo della multinazionale automobilistica ha registrato un calo significativo in Borsa, chiudendo con una perdita del 6,30% dopo aver toccato un ribasso del 9% nel corso della giornata.
Carlos Tavares lascia Stellantis, le reazioni istituzionali e politiche
Il premier Giorgia Meloni ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze occupazionali e industriali legate alla crisi del gruppo, sottolineando di aver discusso della questione con John Elkann, presidente di Stellantis. Pur rispettando le scelte aziendali, Meloni ha dichiarato: “Faremo del nostro meglio per difendere i livelli occupazionali e l’indotto, che è cruciale per il settore automotive in Italia.” Ha inoltre annunciato la convocazione di un tavolo di confronto con Stellantis a metà dicembre, sperando in un esito risolutivo.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha invece criticato aspramente la gestione della crisi da parte di Stellantis e della famiglia Elkann, definendo “disgustoso” il comportamento del colosso automobilistico. “È inaccettabile che si rischino chiusure di fabbriche e licenziamenti, mentre si garantiscono liquidazioni multimilionarie. Da italiano, mi sento offeso,” ha dichiarato Salvini, evidenziando la necessità di maggiore responsabilità nell’utilizzo del denaro pubblico ricevuto dall’azienda.
Sindacati e produttività in calo
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha richiesto un intervento deciso della presidenza del Consiglio per aprire un dialogo con Stellantis e i sindacati. “Il nostro Paese sta affrontando una crisi produttiva grave: quest’anno si produrranno poco più di 300.000 auto negli stabilimenti italiani, a fronte di una capacità di quasi 1,5 milioni,” ha sottolineato Landini, richiamando l’attenzione sulla necessità di strategie chiare per gli investimenti e i modelli produttivi futuri.
Un caso simbolo della crisi del settore
La vicenda Stellantis riflette le difficoltà strutturali del settore automobilistico italiano, aggravate dalle sfide legate alla transizione ecologica e alla concorrenza internazionale. Le dimissioni di Tavares e le relative ripercussioni economiche e sociali rappresentano un campanello d’allarme che coinvolge non solo l’azienda, ma anche le istituzioni, chiamate a garantire la tutela dei lavoratori e a delineare una politica industriale capace di rilanciare il comparto.