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Fratello e sorella di Caserta gestivano il caporalato della badanti: arrestati

Immagine di repertorio

Un’operazione dei carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coordinata dalla Procura e dal pm Stefano Dambruoso, ha portato all’arresto di tre persone coinvolte in un giro di “caporalato delle badanti” in Emilia Romagna. Si tratta di Giuseppa De Falco, 57 anni, del fratello Fabio De Falco, 49 anni, entrambi originari di Caserta e residenti a Ferrara, e della marocchina Hakima El Abbi, 45 anni, residente nel Reggiano.

Caserta, tre arresti per il caporalato delle badanti

I tre sono stati arrestati con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Maria Cristina Sarli, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e truffe aggravate. Giuseppa e Fabio De Falco, già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati a truffe e bancarotte fraudolente, reclutavano e fornivano badanti a famiglie in cerca di assistenza, pubblicizzando i loro servizi tramite annunci online. Le famiglie venivano invitate a sottoscrivere un “pacchetto trimestrale” del valore di 3.400 euro per ricevere il servizio, ma spesso le badanti fornite non avevano alcuna formazione o competenza specifica. Quando le famiglie richiedevano una sostituzione, non ricevevano più alcuna risposta dall’associazione.

Le indagini hanno rivelato che le badanti venivano costrette a lavorare senza sosta, spesso 24 ore su 24, sette giorni su sette, senza giorni di riposo e con condizioni lavorative che violavano i contratti collettivi nazionali. I contratti non venivano registrati e le lavoratrici erano minacciate di licenziamento se non accettavano le condizioni imposte. In totale, sono stati documentati 18 casi tra le province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Parma e Firenze.

Le indagini

L’indagine ha inoltre evidenziato che i tre avevano ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione: Giuseppa De Falco redigeva i contratti, il fratello Fabio gestiva l’amministrazione, e Hakima El Abbi si occupava del reclutamento e dell’accompagnamento delle badanti presso le famiglie.

Il giudice ha sottolineato la gravità dello sfruttamento dei lavoratori, evidenziando la violazione delle norme sugli orari di lavoro, riposo e ferie, nonché la mancata corresponsione di retribuzioni in linea con i contratti nazionali. I tre arrestati sono considerati a rischio di reiterazione del reato, e sono stati sequestrati oltre 100mila euro dai loro conti correnti. Secondo i carabinieri, l’attività illegale avrebbe fruttato circa 420mila euro in un anno.

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