Ancora violenza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La denuncia di Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “È successo che giovedì, al suonare dell’allarme proveniente dal Reparto Infermeria causa le escandescenze di un detenuto di origini napoletane che era ricoverato, un Assistente capo di Polizia Penitenziaria in servizio in altra postazione dell’Istituto non esitava a correre di rinforzo sul luogo dell’evento critico. Nel tentativo di contenere l’esagitato, veniva però aggredito con inaudita violenza.“
Aggressione nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
“Purtroppo, il collega aveva la peggio riportando diverse ferite e contusioni per i colpi subiti, ma cosa più grave perdeva l’equilibrio cadeva battendo il capo su un gradino, perdendo i sensi. “Veniva dunque immediatamente trasportato da personale del 118, in un evidente stato di torpore, all’Ospedale civile dove veniva ricoverato e tenuto sotto osservazione per tutta la notte. Il SAPPE CAMPANIA, esprime solidarietà all’Assistente Capo vittima della vile aggressione augurando allo stesso una veloce ripresa. Ecco questa ormai è la quotidianità del servizio della Polizia Penitenziaria, servizio del quale sono saltati tutti gli schemi a discapito dell’ordine e sicurezza delle Strutture Penitenziarie e dell’incolumità fisica del personale, ma cio’ non fa notizia… “.
La denuncia del Sappe
Impietoso il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari DEVONO DIMETTERSI TUTTI: non servono circolari ministeriali che depotenziano la sicurezza nelle carceri. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria.”
“Importante è evidenziare, infine, che la quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per essere invece professionisti della sicurezza che sanno conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico. Solidarietà al collega ferito.”