Sette indagati su 14 sono stati interrogati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la manutenzione del verde pubblico tra Caserta e San Nicola la Strada. Molti hanno scelto il silenzio negando le accuse, altri hanno parzialmente ammesso, mentre alcuni hanno presentato memorie difensive scritte. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Appalti per il verde pubblico: 7 indagati interrogati a Caserta
Il primo giorno di interrogatori riguardanti 7 dei 14 indagati nell’inchiesta sugli appalti per la manutenzione del verde pubblico è stato cruciale. Le accuse spaziano dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta, falso e corruzione. Alcuni indagati hanno negato le accuse, altri hanno parzialmente ammesso, mentre alcuni hanno presentato memorie difensive scritte.
Il procedimento si è svolto presso il gip Alessia Stadio nel Palazzo San Carlo. Gli interrogatori hanno coinvolto imprenditori, politici e funzionari comunali, tra cui Franco Biondi, dirigente comunale a Caserta. Biondi, assistito dall’avvocato Giuseppe Stellato, ha respinto alcune accuse con documentazione tecnica a sostegno. Il suo interrogatorio era particolarmente atteso, essendo già coinvolto in altre inchieste, tra cui quella sul parcheggio San Carlo, che lo portò ai domiciliari.
Anche il fratello Giulio Biondi e l’ex assessore di San Nicola la Strada, Gaetano Mastroianni, hanno risposto alle domande del giudice. L’imprenditore Giuseppe Fazzone, difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli, ha preferito consegnare una memoria scritta con brevi dichiarazioni. Anche altri indagati, come Michele Amato e Francesco Cerreto, hanno chiarito le loro posizioni attraverso dichiarazioni e memorie difensive. Tutti hanno risposto con lucidità, consapevoli delle conseguenze delle loro parole, affrontando una situazione giudiziaria complessa.
Gli interrogatori si concentrano su possibili misure cautelari, basate sulla nuova legge Nordio, che influiscono sugli stati d’animo degli indagati. Dopo la conclusione degli interrogatori, il giudice deciderà se accogliere o respingere le richieste della Procura.
La bufera giudiziaria
Questa indagine rappresenta un nuovo colpo per il Comune di Caserta, già travolto da una vicenda simile pochi mesi fa, che aveva portato agli arresti domiciliari l’ex assessore Massimiliano Marzo e altri funzionari comunali. Anche l’allora vicesindaco Emiliano Casale era stato coinvolto, e il Ministero dell’Interno aveva inviato una Commissione d’Accesso per verificare possibili infiltrazioni camorristiche.
Nel cuore di questa nuova inchiesta c’è ancora Franco Biondi, accusato di aver favorito un imprenditore per l’assegnazione di un appalto nel 2020 in cambio di lavori gratuiti nel giardino della sua casa a Itri. Gli episodi contestati risalgono al periodo 2019-2021 e coinvolgono 23 persone.
Biondi e Michele Amato, responsabile del Settore Lavori Pubblici, sono accusati di aver manipolato appalti pubblici a favore di imprese “amiche”. Tra i loro presunti complici ci sarebbero Domenico Natale, titolare della ditta “Un Seme per la Vita”, e Francesco Cerreto, dipendente comunale, che avrebbero frazionato un appalto in lotti più piccoli per evitare gare pubbliche. Un episodio centrale riguarda un appalto del valore di circa 270.000 euro per la manutenzione del verde pubblico, assegnato nel marzo 2020.