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Mondragone, bimbo bloccato in Tunisia: ‘liberato’ grazie all’intervento della Procura

Immagine di repertorio

Bimbo di Mondragone bloccato in Tunisia: ‘liberato’ grazie all’intervento della Procura di Santa Maria Capua Vetere e della Polizia di Caserta. Il padre aveva sottratto i documenti al figlio per impedirne il rientro in Italia con la madre. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Mondragone, bimbo bloccato in Tunisia: ‘liberato’ dalla Procura

Un altro caso di un minore trattenuto all’estero a causa di un genitore che ne ostacola il ritorno. Questa volta la vicenda proviene dalla Tunisia, dove un bambino di tre anni è rimasto bloccato, impossibilitato a tornare in Italia con la madre. Solo grazie all’intervento rapido della Polizia di Stato di Caserta e della Procura di Santa Maria Capua Vetere la situazione è stata risolta, consentendo a madre e figlio di tornare a casa. A vivere questa difficile esperienza, come riportato dal suo avvocato, è stata Amina, una giovane donna di origine marocchina residente a Mondragone, con regolare permesso di soggiorno. La donna aveva accettato di recarsi in Tunisia con il figlio per farlo conoscere ai nonni paterni, su insistenza del marito. Tuttavia, quello che doveva essere un viaggio familiare si è trasformato in un incubo.

Il viaggio in Marocco

Quando la coppia ha deciso di continuare il viaggio in Marocco per visitare i nonni materni, il padre del bambino ha messo in atto il suo piano. Poco prima della partenza, ha preso i documenti del piccolo e ha lasciato la Tunisia per tornare in Italia, abbandonando la moglie e il figlio nel paese nordafricano. La giovane madre marocchina non avrebbe mai pensato che un viaggio per far conoscere al suo bambino i nonni paterni in Tunisia si sarebbe trasformato in un incubo.

Il suo bambino, di soli tre anni, era entusiasta all’idea di scoprire le sue radici paterne, ma quella che doveva essere una felice riunione familiare si è rapidamente trasformata in una dolorosa trappola. La disperazione di una madre, lontana da casa e impossibilitata a proteggere il proprio figlio, è inimmaginabile. Ogni giorno trascorso in quella terra straniera accresceva l’angoscia e la paura di non poter mai più riassaporare la tranquillità della loro vita quotidiana. In preda alla disperazione, Amina ha contattato il suo avvocato, Gaetano Petrone, per cercare di riportare il bambino in Italia.

La denuncia

Il legale ha presentato, il16 gennaio scorso, una denuncia alla Procura di Santa Maria Capua Vetere e alle autorità italiane a Tunisi, evidenziando anche le minacce di morte rivolte dall’uomo alla moglie. Nel frattempo, grazie all’azione legale intrapresa dall’avvocato Emilia Cennami, il Tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere ha stabilito l’affidamento esclusivo del bambino alla madre e ha ordinato la restituzione immediata dei documenti sottratti. Mentre il sistema giudiziario italiano procedeva, il padre del bambino è tornato in Tunisia nel tentativo di costringere la moglie a lasciare il figlio con i nonni paterni.

Le sue azioni erano ormai sotto attenta osservazione da parte del pubblico ministero Domenico Verde e del capo della Squadra Mobile di Caserta, Massimiliano Mormone. Quando il tunisino è tornato in Italia, è stato fermato dalla polizia all’aeroporto di Milano-Malpensa, dove gli sono stati confiscati i documenti del bambino. Il 5 febbraio scorso, l’avvocato di Amina è volato a Tunisi per restituire i documenti alla madre, consentendole di rientrare in Italia con il figlio. Il giorno seguente, la donna e il bambino sono finalmente atterrati all’aeroporto di Fiumicino, ponendo fine a un incubo che, sfortunatamente, continua a ripetersi per molte madri e bambini. Per Amina sono stati giorni di grande ansia, ma la vicenda non si conclude qui.

Il tunisino potrebbe affrontare l’accusa di sottrazione di minore, ma le indagini proseguono poiché la donna ha sporto denuncia anche per maltrattamenti precedenti. Purtroppo, situazioni simili non sono rare. La sottrazione internazionale di minori rappresenta una realtà dolorosa che coinvolge molte famiglie. Secondo i dati della Commissione Europea, si registrano circa 1.800 casi all’anno di sottrazione di minori da parte di uno dei genitori. In questi giorni, Mondragone è al centro dell’attenzione per un altro caso drammatico: la scomparsa del quindicenne Rayan. Il ragazzo è scomparso dieci giorni fa dalla cittadina domizia e non ha più fatto ritorno. Da quel momento, non si hanno più notizie su di lui. Ha con sé documenti e cellulare, che risulta spento, e una bicicletta nera. Potrebbe trovarsi a Roma.

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