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Camorra nell’ospedale di Caserta: 13 condanne per i Casalesi

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Condannate 13 persone collegate al clan Zagaria dei Casalesi: avevano messo le mani sull’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Le mani della camorra sull’ospedale: 13 condanne

La Corte di Appello ha condannato 13 persone, collegati ai Casalesi del clan Zagaria, per infiltrazioni camorristiche nell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Confermate le pene a carico di Elvira Zagaria (sorella del capoclan Michele), Bartolomeo Festa, dirigente dell’ospedale di Caserta; Remo D’Amico di Caserta; Giuseppe Gasparin, ex sindaco di Caserta; Domenico Ferraiolo, segretario del Pd di Piedimonte Matese; Vincenzo CangianoOrlando Cesarini di Piedimonte Matese; Raffaele Donciglio. Unico assolto Antonio Della Mura.

Stando alle ricostruzioni della Procura Antimafia, l’organizzazione si sarebbe infiltrata poco alla volta nell’ambito politico e amministrativo del nosocomio casertano “trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla preminente matrice mafiosa”.

Considerata figura principale dell’inchiesta Elvira Zagaria, sorella di Michele Zagaria, boss ed ex latitante. Proprio Elvira Zagaria, in seguito alla morte del marito Francesco Zagaria, avrebbe gestito i capitali illeciti provenienti dalle attività delle imprese del clan.

Alla fine delle indagini è emerso che l’organizzazione è riuscita a formarsi nel 2006, quando Francesco Zagaria riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia, Luigi Annunziata, all’interno della dirigenza dell’ospedale.

Dopo questo passaggio, Zagaria sarebbe riuscito a mettere le mani sulle assegnazioni dei lavori pubblici nell’ospedale. Secondo la Dda, l’ufficio del dirigente dell’unità operativa complessa di Ingegneria ospedaliera sarebbe stato il centro nevralgico delle attività criminali del gruppo. Il dirigente in questione è Bartolomeo Festa, il quale aveva il compito di truccare i bandi di gara e gli atti ad essi equipollenti, per favorire gli imprenditori del clan.

Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati Massimo Garofalo, Angelo Raucci, Giuseppe Stellato, Guido Diana, Ferdinando Letizia.

 

 

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