Carenza di personale sanitario al carcere di Santa Maria Capua Vetere: medici e infermieri sono ostaggio dei detenuti. A denunciare le continue aggressioni ai danni degli operatori sanitari sono i sindacati Cisl Fp e Ust Cisl Caserta che lanciano l’allarme.
Carcere di Santa Maria Capua Vetere: l’appello dei sindacati per il personale sanitario
I sindacalisti, in una nota divulgata ieri, lamentano, oltre la carenza di personale, l’inadeguatezza degli spazi evenienze che, a dire degli addetti ai lavori, “compromettono seriamente sia l’operatività dei sanitari che la serena permanenza e il recupero stesso dei detenuti”. La nota divulgata ieri parla di operatori sanitari stressati che non ce la fanno più e annunciano che, dopo l’ultima aggressione, avvenuta venerdì, “chiederanno una rotazione del personale con richiesta di trasferimento in caso di mancato intervento da parte delle amministrazioni preposte“. “I sanitari – a dire dei sindacalisti – sono abbandonati, ospiti nelle strutture carcerarie in cui lavorano e spesso sono costretti ad operare in situazioni di disagio e senza alcuna protezione“.
L’appello al prefetto
La Cisl Fp e la Ust Cisl Caserta, attraverso i segretari provinciali Franco Della Rocca e Nicola Cristiani, e i segretari territoriali, “hanno scritto al prefetto di Caserta, al direttore generale dell’Asl Caserta, al Dap Campania, al direttore sanitario dell’Asl Caserta e al direttore Uoc Tutela Salute in Carcere Asl Caserta e fanno richiesta di convocazione di un tavola per la sicurezza degli operatori.” I sindacati di Caserta denunciano l’ennesimo episodio di una grave aggressione commesso ai danni di una infermiera, picchiata mentre era intenta a svolgere il proprio lavoro all’interno della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Continue aggressioni
L’aggressione, secondo quanto reso noto, è stata commessa da un detenuto che la donna stava soccorrendo. Il tutto avviene all’interno di un istituto che, da mesi, attraversa la bufera giudiziaria e mediatica legata allo scandalo dei pestaggi avvenuti il 6 aprile del 2020 nel reparto Nilo per i quali, dal giugno scorso, sono indagati un centinaio di agenti di polizia penitenziaria e diversi dirigenti del Dap. “Dobbiamo dire – continuano i sindacalisti – che questa aggressione, purtroppo, non ci ha sorpresi minimamente, siamo impegnati da mesi a denunciare le difficili condizioni in cui operano i sanitari che si occupano di salute all’interno delle Carceri in provincia di Caserta“.
Fonte: Il Mattino