Paura a Carinola dove un agente della Polizia Penitenziaria aggredito nella serata di ieri lunedì 15 luglio da un detenuto che pretendeva di essere trasferito presso una casa di cura. Lo denuncia la UILPAPP.che pretendeva di essere trasferito presso una casa di cura
Carinola, agente della Polizia Penitenziaria aggredito da un detenuto
Ancora violenza nelle carceri campane. Nella serata di ieri, lunedì 15 luglio, un detenuto già noto per altri episodi di efferrata violenza ha aggredito un agente della Polizia Penitenziaria. Il ristretto pretendeva di essere trasferito presso una casa di cura per una presunta patologia psichiatrica. Nel tentativo di calmarlo, il poliziotto prima è stato colpito a pugni e poi afferrato per il collo. Provvidenziale l’intervento dei colleghi in servizio.
La denuncia
“Nei primi 6 mesi del 2024 si registrano 137 aggressioni in Regione Campania, in media 22 al mese, mentre nella sola Casa di Reclusione di Carinola ne sono 19, dato allarmante se si pensa che è un Istituto Penitenziario medio-piccolo -afferma Domenico De Benedictis segretario nazionale Uilpapp – ribadiamo che si tratta di un trend in aumento del tutto preoccupante, sottostima.e, irresponsabilmente, almeno nei fatti, poco attenzionato.
L’attuale fenomeno ‘aggressioni’ in carcere non ha precedenti neanche in riferimento ai più tristi e famigerati anni 7080 e andrebbero seriamente studiati in modo celere, quali siano gli effetti criminogeni della pena che determinano tanta violenza – prosegue De Benedictis – i punti oggetto di studio ne sarebbero tanti, ma l’abulia politica, salvo proclami, protocolli fantasma enorme tampone di facciata, che per lo più mirano ad allungare la malattia piuttosto che curarla, spegne di giorno in giorno, sempre di più, le vite in carcere. Sovraffollamento, deleteria carenza di organici (poliziotti penitenziari, medici, infermieri, educatori), grave e cronica carenza di risorse, strutture penitenziarie inadeguate e fatiscenti, medicina penitenziaria, sorveglianza dinamica, insomma di temi da trattare ce ne sarebbero, ma restano solo chiacchiere da salotto, nella migliore delle ipotesi, almeno per ora. A pagare, nel paese di Cesare Beccaria, saranno sempre i Poliziotti Penitenziari di prima linea e i detenuti”, conclude.