Camorra nel Comune di San Felice a Cancello: le nuove accuse di Sandokan
Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Francesco Rugarli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il figlio di Sandokan, diventato collaboratore di giustizia, ha lanciato accuse sulle vicende sanfeliciane. Ha parlato dei rapporti indiretti che lui aveva con De Lucia e delle ditte di Casapesenna, sotto il controllo di Michele Zagaria, che prendevano appalti al Comune della Valle di Suessola, anche per la collusione con l’ufficio tecnico. Si torna in aula fra due settimane quando Schiavone sarà controesaminato dai difensori degli imputati. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Vittorio Giaquinto, Federico Simoncelli, Raffaele e Gaetano Crisileo, Maurizio Noviello, Clemente Crisci, Rosario Avenia e Rosa Nuzzo.
Il processo
Con De Lucia sono imputati anche l’ex presidente di Terra di Lavoro ed ex consigliere comunale di Castel Volturno Rita Nadia Di Giunta, Clemente Biondillo di San Felice a Cancello, Alfonso Giuseppe Di Giunta (padre di Rita) e Antonio Zagaria di Casapesenna, fratello del boss Michele.
L’inchiesta
L’inchiesta riguarda gli appalti conferiti dal Comune di San Felice a Cancello alle ditte del clan dei Casalesi: l’accusa è di corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. I fatti risalgono al 2010: gli inquirenti hanno scoperto che a pilotare gli appalti sarebbero stati l’ex sindaco di San Felice ed ex consigliere regionale della Campania, Pasquale De Lucia, con l’aiuto di altri dirigenti comunali, e Rita Nadia Di Giunta, ex presidente e a.d. della società “Terra di Lavoro” della Provincia di Caserta.